Dedicato a Schumann. Recital della pianista ILIA KIM, in ricordo del Maestro Piero Rattalino, all’Accademia Malibran di ALTIDONA

Di ANTONIO DE SIGNORIBUS 

RECITAL DELLA PIANISTA ILIA KIM. Dedicato a Schumann: da Farfallone Amoroso a implacabile Totem. Eros e Thanatos nella vita di Schumann (sabato 14 ottobre 2023 alle 21.15) presso l’ Accademia Malibran di Altidona, in ricordo del Maestro Piero RATTALINO. 
Ingresso €10,00
Info e prenotazioni 338.8219079

Ancora un importante appuntamento con la grande musica all’Accademia Malibran di Altidona: presso la Sala Colonna dell’Accademia andrà in scena l’ultimo prestigioso progetto dedicato a Robert Schumann del grande pianista e musicologo Piero Rattalino, recentemente scomparso, tra i più autorevoli studiosi e critici musicali italiani.

Ecco cosa dice la direttrice artistica dell’Accademia,Rossella Marcantoni: “Protagonista assoluta della serata sua moglie, la pianista Ilia Kim, autentica virtuosa del pianoforte, che curerà anche la narrazione che prima era affidata al Maestro Rattalino.
Lo spettacolo rappresenta un recital-racconto nel quale Ilia Kim esegue alcuni pezzi tratti da Papillon op. 2, Pezzi fantastici op. 12 e Fantasia op.17 di Schumann oltre alla splendida Sonata in fa minore op. 5 di Brahms, narrando le vicende sentimentali di Schumann con le donne che hanno contato di più sia nella sua vita privata e artistica”.
Nell’occasione verrà ricordato il grande Maestro, che per molti anni è stato ospite della Malibran per conferenze, master class e presentazioni di concerti affascinando il pubblico con i suoi straordinari racconti. Veramente un grande personaggio, sensibile, competente; ricordo  con piacere la presentazione in Accademia del suo meraviglioso libro “Recitar Suonando. La didattica pianistica del Duemila”.

Insomma, insiste Rossella Marcantoni: “Sarà una serata di grande musica ma anche di grandi emozioni: tutti noi abbiamo amato immensamente il Maestro, ci manca davvero molto. La vita va avanti ma il ricordo di Piero Rattalino resterà sempre vivo nei nostri cuori. Vi aspettiamo per applaudire la splendida pianista Ilia Kim, moglie, compagna d’arte e custode del sapere del grande Maestro”.

Di seguito il racconto di Rattalino sulla vita amorosa di Schumann
[…]
Farfallone amoroso è l’appellativo con cui Figaro, nell’opera di Mozart ispirata alle sue nozze, apostrofa il paggio Cherubino. Cherubino, quintessenza dell’adolescente che ha appena scoperto la forza dell’eros, aveva rivelato a Susanna, promessa sposa di Figaro, che “ogni donna” gli fa “cangiar di colore”, che “ogni donna” lo “fa palpitar”. E il giovane Schumann (che è un esteta ) è un po’ la reincarnazione di Cherubino: quando vede una donna – bella o per lo meno carina strabuzza gli occhi, trascolora in viso, sente che il tic-tac del suo cuore impazzisce. Ma Cherubino aveva anche confessato a Susanna di avere un ideale femminile in carne e ossa: la Contessa, la donna nel pieno rigoglio della bellezza e della femminilità. E anche Schumann aveva la sua Contessa: Agnes Carus, moglie di uno psichiatra e cantante per diletto che il giovane Schumann accompagnava al pianoforte. Cherubino diventerà l’amante della Contessa e con lei farà un figlio. Agnes Carus, invece, tramonta. L’orizzonte coniugale si apre però quando Schumann si innamora di Rosalie Schumann, cioè di una delle sue tre cognate. Amore inconfessabile, a cui Schumann, al contrario di ciò che aveva fatto parlando della Carus, accenna soltanto nel suo diario. Lo confessa nel suo primo capolavoro, i Papillons op. 2. Ma, da quell’asso della criptografia che è, sparge nel terreno una serie di indizi che possono portare il lettore sia sulla strada giusta che su una strada sbagliata. A cominciare dal fatto che i Papillons non sono dedicati alla sola Rosalie ma alle tre cognate, il criptografo dimostra la sua valentia: sta a noi sciogliere gli enigmi. Rosalie muore di malaria a ventitre anni, e Robert crede di impazzire. Però si fidanza con una brava ragazza. Ma poi si imbatte nella quattordicenne Clara Wieck, figlia del suo maestro di pianoforte. Rotto senza drammi il fidanzamento, Schumann si presenta a papà Wieck per chiedere la mano della figlia. La chiede, viene messo brutalmente alla porta, e Clara viene spedita d’urgenza in un’altra città, presso una famiglia amica che la terrà sotto stretta sorveglianza. Divieto assoluto di vedersi, divieto assoluto di scriversi. Ci vorranno anni per piegare l’ostinato papà Wieck, e in quegli anni l’amore, pur vivissimo, barcollerà. Barcolla quando Robert conosce la graziosissima bionda pianista inglese Anna Robena Laidlaw, per la quale vengono composti e alla quale vengono dedicati i Pezzi fantastici op. 12.
Il sogno d’amore di Robert è ben testimoniato dai Pezzi fantastici, e Clara dovette subodorare qualcosa perché molti anni dopo, ripubblicando le musiche del marito, tolse la dedica dell’op. 12. Ma il primo brano dell’op. 12, “A sera”, è un duetto d’amore tenerissimo senza che né lei, né lui parlino. L’amore di Robert per Robena non viene dichiarato perché il senso dell’onore vieta a Schumann di rompere il legame con Clara, con la quale, dopo anni di difficoltà, era diventato possibile corrispondere regolarmente per lettera grazie alla complicità di una domestica. Schumann ritorna all’amore di Clara e racconta la vicenda amorosa che sta vivendo, nella Fantasia op. 17, trasponendola sul piano del mito. Clara chiama in giudizio il padre, Wieck perde la causa, i colombi approdano alle nozze nel 1840. Matrimonio felice? Grande amore sì, matrimonio pieno di problemi, nati dalla inconciliabilità delle rispettive carriere e dai pregiudizi di Robert, tipico marito borghese. E rapporto che si logora nel giro di tredici anni e che è in piena crisi quando alla porta degli Schumann bussa Johannes Brahms. Che si innamora a prima vista di Clara, la sua contessa. E Clara, trentaquattrenne, non è affatto insensibile, di fronte alla adorante devozione di quel bel ragazzo di vent’anni. Schumann capisce ciò che sta accadendo, quasi ritrovando se stesso innamorato di Agnes Carus, quando aveva scritto nel diario: “Solo un bacio da lei e sarei felice di morire “. Il suo contratto di direttore d’orchestra è in scadenza e già si sa che non verrà rinnovato. I tentativi di trovare un altro impiego sono andati tutti a vuoto. Schumann, nel febbraio del 1854, tenta il suicidio gettandosi nel Reno. Viene salvato ma entra in una clinica psichiatrica nella quale morirà due anni e mezzo più tardi. Sora Morte, la benigna morte di S. Francesco che non lo aveva voluto nel febbraio del 1854 ma di cui si era innamorato, gli offre nel 1856, quando si tratta di uscire, guarito, dalla clinica, il modo di raggiungerla. Schumann fa lo sciopero della fame, viene nutrito con la sonda, ma deperisce e muore. Solo negli ultimi giorni di vita accetta di rivedere, dopo due anni e mezzo, la moglie. Il triangolo amoroso Clara-Robert-Johannes è semplice e intricato nello stesso tempo. Brahms lo aveva messo a fuoco già nel 1853, nella Sonata op. 5. Anche lui, per non essere indegno del criptografo Schumann, aveva però sparso sul terreno indizi contrastanti. Profetica, la Sonata op. 5. Schumann, togliendosi volontariamente di mezzo, ha lasciato libero il campo all’amore di Clara e Johannes.
Libero? Il saggio di Freud sul totem che vieta l’incesto anche ai componenti di un clan era ancora lontano, ma l’umanità lo aveva inventato da millenni. Programmando la sua morte, Schumann costringeva Clara a essere per sempre la vedova Schumann, e Johannes, per sempre, il successore di Schumann. Clara e Johannes oscillarono per qualche tempo sull’orlo del matrimonio, ma capirono alla fine che il più forte era Robert e accettarono il suo diktat. Due drammatici amori vietati segnano così la vita di Schumann e il suo passaggio da Eros a Thanatos: una vicenda degna di un dramma di Ibsen.

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