Soddisfazione per i produttori marchigiani al 49° Vinitaly, che apre nuove prospettive per i vini made in Marche sui Paesi Baltici, ma anche su Polonia, Svezia, Irlanda e Armenia. Il bilancio della quattro giorni al salone mondiale del vino delle 112 aziende provenienti da tutta la regione è più che positivo, con un afflusso importante di appassionati e addetti ai lavori, italiani e stranieri, sia tra gli espositori che nello stand della Regione e sulla Terrazza live. Tra le giornate più interessanti della kermesse, quella del lunedì, che si è rivelata la più proficua sul fronte delle relazioni commerciali. “Oltre al mercato nazionale, su cui si percepisce qualche segnale di ripresa che lascia ben sperare – ha detto il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni – sono sempre di più gli operatori esteri che apprezzano il carattere distintivo delle nostre denominazioni. Abbiamo infatti consolidato senza dubbio i rapporti con i nostri mercati target in Europa, dove possiamo ancora crescere, ma nel salone sono emerse anche opportunità su diversi Paesi come Lettonia, Lituania, Estonia e Polonia, con cui sono stati avviati contatti interessanti. Nuove relazioni – ha aggiunto Mazzoni – sembrano aprirsi pure con l’Armenia”. “Siamo molto soddisfatti per il grande interesse nei confronti dei vini marchigiani – ha dichiarato a nome degli associati il vicepresidente del Consorzio dei Vini Piceni, Giorgio Savini – e per una risposta italiana ed estera che si conferma di livello. Abbiamo registrato una forte attenzione da Nord Europa e Germania e una presenza cinese attratta dalle Marche”. Spostando lo sguardo sul prodotto, a fare da traino quest’anno sono stati i bianchi, Verdicchio e Pecorino in testa. Il vino bianco più premiato d’Italia e l’emergente dell’anno nella GDO, si confermano infatti di grande appeal per i consumatori e i winelover, mentre i rossi sembrano scontare un calo dei consumi. In linea con la tendenza nazionale, grande interesse ha riscosso il biologico – dove le Marche si piazzano al secondo posto in Italia per incidenza degli ettari bio sul totale della superficie vitata regionale – il biodinamico e la “new entry” vegan. La risposta positiva dei consumatori verso i vini bio marchigiani è allineata con il trend in salita degli ettari dei vigneti biologici, che nel 2014 hanno segnato un +15,5% sul 2013, arrivando a 3.787 ettari. Un universo quello del vino bio, dove “le Marche sono ancora in corsa – ha sottolineato Mazzoni -. Il mondo della produzione è già avanti con la certificazione dell’uva: dobbiamo fare uno sforzo maggiore sulla fase finale della certificazione del prodotto, alla luce di una richiesta crescente da parte del mercato..
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