Scena notturna sul mare di Matteo Fato al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro

PESARO – La Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive di Pesaro, in collaborazione con Sistema Museo, prosegue il suo programma espositivo con la mostra di Matteo Fato dal titolo Scena notturna sul mare a cura di Marcello Smarrelli, che inaugura venerdì 28 giugno alle ore 19 e sarà visitabile fino al 3 novembre 2019.

La mostra, pensata appositamente per Pesaro, prende avvio dal dipinto di un anonimo pittore pesarese del Seicento conservato nei depositi dei Musei Civici, convenzionalmente intitolato Scena notturna sul mare. La tela, che rappresenta una marina al chiaro di luna, è stata oggetto di studio da parte di Fato, il quale ha realizzato una nuova serie di opere che si pongono in dialogo ideale con il suo predecessore di cinquecento anni fa. L’inedito e sorprendente confronto tra presente e passato apre una profonda riflessione sulla pittura, la sua storia e la sua identità attuale.

Particolarmente attento allo spazio che accoglie i suoi lavori, al punto da includerlo come elemento costitutivo, l’artista si è lasciato guidare dalla suggestione del Centro Arti Visive Pescheria, articolato nel Loggiato della Pescheria, aperto sulla strada, e nell’ambiente dodecagonale e centrifugo della Chiesa del Suffragio.

Per il primo, l’autore ha concepito un ciclo di scene marine notturne, che riproducono nelle dimensioni il quadro antico che ha ispirato tutta la mostra. La tela originale è esposta utilizzando come supporto un’opera precedente di Fato che, come spesso accade nella sua ricerca, viene riproposta per trovare una diversa conclusione nel presente. All’anonimo autore pesarese, l’artista contemporaneo assegna anche un volto, dedicandogli un ritratto immaginario che partecipa della stessa ambientazione notturna. La lunga parete che scandisce il loggiato è “preparata” con una colorazione a olio, come a diventare il supporto di un ipotetico e monumentale notturno dominato dal blu di Prussia, una delle tinte preferite dell’artista.

Nell’ambiente solenne della Chiesa è presentato un altro trittico di dipinti che triplicano nelle loro dimensioni il quadro antico. Per la loro osservazione, l’artista ha ideato un’installazione composta dagli elementi costitutivi delle casse d’imballaggio, trasformate temporaneamente in un osservatorio che ricrea il punto di vista del paesaggio e l’orizzonte dello sguardo. A conclusione dell’esposizione, la struttura smembrata tornerà alla sua funzione originaria di contenitore della pittura. Completa questo ciclo di lavori una pagina scritta da Gianni Garrera, filologo musicale e traduttore che da molti anni accompagna l’artista con le sue riflessioni.

Il percorso espositivo raccoglie due delle direttrici principali che guidano la ricerca di Fato. La prima è l’interesse per la pittura all’aria aperta: il contatto diretto con l’ambiente naturale è diventato negli ultimi anni un’esigenza primaria per l’artista, che vede nell’immersione nella realtà una condizione fondamentale per la creazione dell’opera. Dipingere dal vero permette di raggiungere un effetto di osmosi con il reale e, di conseguenza, una presa di coscienza molto più efficace della sua immagine. La volontà di rileggere il dipinto secentesco nasce infatti da un’esperienza di pittura en plein air già sperimentata in altre mostre precedenti.

Questa dinamica fenomenologica introduce il secondo polo di riflessione, che gravita intorno al rapporto tra la pittura e lo spazio che la circonda. Nel lavoro di Fato – aperto anche ad altri media – il gesto del dipingere trova sempre il suo radicamento in un contesto specifico, collocandosi su un confine problematico tra la seconda e la terza dimensione. La pittura è così riletta in termini ‘oggettuali’, che non ne esauriscono il significato sulla superficie della tela, ma danno valore allo spazio che l’avvolge. La presenza delle casse, che diventano supporti, assume proprio questo significato: valorizzare la fisicità dell’opera nell’ambiente, fino ad assegnarle un posto concreto nella realtà.

Come è ormai consuetudine, anche la mostra di Matteo Fato nasce quale ulteriore occasione per rileggere il ricco patrimonio culturale di Pesaro attraverso lo sguardo di un autore contemporaneo, perseguendo un’idea di città dove i luoghi della cultura sono sempre più interconnessi e aperti alla sperimentazione, in cui pratiche artistiche di epoche diverse si contaminano e si arricchiscono attraverso un serrato dialogo.

In concomitanza con la mostra di Matteo Fato, prosegue inoltre il progetto di Fondazione Pescheria: Jannis, Luigi, Eliseo, a cura di Marcello Smarrelli, dedicato alla fotografia di Michele Alberto Sereni che ha raccontato nel tempo la storia espositiva di questo spazio unico. Presso il Where, bar del Centro Arti Visive, dopo l’omaggio a Kounellis, è la volta degli scatti che documentano l’esposizione di Luigi Ontani “RossinAria”, anno 2011, a cura di Ludovico Pratesi. L’inaugurazione si terrà sempre venerdì 28 giugno alle 19 e la mostra sarà visitabile fino al 3 novembre.

Matteo Fato è nato a Pescara, nel 1979, dove attualmente vive e lavora. Ha partecipato a numerose mostre in gallerie private e musei pubblici in Italia e all’estero. Nel 2012 ha concluso la residenza presso la Dena Foundation for Contemporary Art (Parigi), con la mostra personale Vidéos_Dessins, e la partecipazione alla mostra La collection Giuliana et Tommaso Setari, retour à l’intime (La maison rouge, Fondation Antoine de Galbert).

Nel 2015 ha avuto una personale dal titolo (SECRéTA) presso TRA (Treviso Ricerca Arte); a Luglio 2017 ha preso parte alla mostra OPEN20 nel Museo Mostyn in Galles. Ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il premio Level 0 – ArtVerona (2013), come artista selezionato da Giacinto Di Pietrantonio per il Museo Gamec, (Bergamo); il Premio Città di Treviglio (2012); il Premio Terna (2° classificato in Pittura, 2014); e il Premio Cramum (2016); e recentemente il Premio Be the difference…with art!, Bassano del Grappa (2019),. Nel 2008 è stato invitato in residenza presso la Fondazione Spinola Banna (Torino).

Nel 2010 è stato selezionato dalla Dena Foundation for Contemporary Art come artista Italiano in residenza presso ArtOmi, (New York). Nel 2015 è stato in residenza per due mesi presso il Nordic Artists’ Centre Dalsåsen (NKD) in Norvegia. Nel 2016 ha partecipato alla 16° Quadriennale d’Arte a Palazzo delle Esposizioni, Roma. A Marzo 2018 ha inaugurato una personale dal titolo Eresia (del) Florilegio presso la Galleria Nazionale delle Marche (Palazzo Ducale, Urbino); ad Aprile dello stesso anno ha tenuto una doppia personale insieme a Nicola Samorì presso Casa Testori, (Milano).

Inoltre a Maggio del 2019 ha aperto una personale dal titolo Il presentimento di atre possibilità presso il Museo Studio Francesco Messina a Milano. Il suo lavoro è presente in numerose collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Dal 2009 ad oggi è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino.

Commenti

commenti

Articoli Correlati

Loading...