9.800 Km, il libro d’esordio del giovane scrittore Giustino Travaglini

SAN BENEDETTO – Esce in questi giorni il libro d’esordio del giovane scrittore abruzzese Giustino Travaglini, dal titolo “9800 Km”, ambientato in Russia e con il titolo che si ispira alla lunghezza della ferrovia transiberiana che porta da Mosca a Vladivostok, importante città portuale russa situata sul Pacifico, nella baia di Zolotoj Rog vicino al confine con la Cina e la Corea del Nord.

La trama racconta la storia di Chris Kuznetsov, giovane miliardario russo nato negli Stati Uniti ed erede dell’impero Kuznetsov Oil&Gas, viene contattato dall’FSB, i servizi di sicurezza russi, affinchè si rechi in Qatar in seguito al blocco imposto al piccolo stato da parte degli altri paesi arabi. Il libro racconterà poi un’intricata vicenda dove non mancheranno fascinose agenti dei servizi russi e il ritorno di demoni del passato.

“Scorrevolezza della narrazione, semplicità del linguaggio ed accuratezza delle descrizioni vengono subito a galla. La trama non è mai scontata, piena di colpi di scena e il lettore non può mai dare nulla per scontato – così si sono espressi i critici sull’opera prima di Travaglini – I personaggi maschili e femminili sono sullo stesso piano. Anzi, sono quelli femminili ad avere le armi e ad usarle. Inoltre si indaga un  nuovo filone narrativo: lo spionaggio russo dalla parte dei buoni. C’è anche l’introduzione di personaggi di origine cinese, mentre il contesto storico e i luoghi narrati e descritti sono reali”.

Giustino Travaglini è nato a Casoli, piccolo borgo abruzzese in provincia di Chieti. «L’ispirazione mi è stata data da alcuni amici – dice – una sera mentre parlavamo al bar, nonché dalla mia passione per la Russia e la scoperta della mancanza di un filone narrativo, cioè spie russe protagoniste e positive nella letteratura occidentale. Il libro ha visto la luce in un periodo un po’ difficile per me in quanto avevo appena deciso di abbandonare l’università ed ero alla ricerca di un progetto da sviluppare. Posso dire che, in un certo qual modo, questo libro rappresenta per me una “start up” letteraria e lo vedrei benissimo in una trasposizione cinematografica. Mi piace essere creativo, stupire le persone con colpi ad effetto ed immaginare scenari improbabili agli altri. Odio invece la prevedibilità, la monotonia del quotidiano che si ripete giorno dopo giorno come il ciclo delle stagioni».

Commenti

commenti

Articoli Correlati

Loading...