
SAN BENEDETTO – E per le feste ecco la rivisitazione de “Il Ceppo di Natale” l’opera letteraria del filosofo, scrittore e studioso Antonio De Signoribus, per Zefiro Editore. Un’opera curiosa, avvincente, sorprendente; un viaggio nel tempo delle tradizioni e delle leggende attraverso i racconti di un profondo conoscitore delle culture orali, che ha rivisitato, con incredibile successo, in chiave filosofica, psicoanalitica e antropologica. Sorprendente la storia dei pescatori “tagliatori” delle trombe marine che si passavano le virtù nella notte Santa, così come quella che racconta che,nella notte di Natale, gli animali parlassero e non fosse opportuno ascoltare i loro dialoghi perché si rischiava d’essere sbranati. Per tale motivo i contadini si tenevano lontani dalle stalle, almeno in quella notte magica. Tante sono le “memorie” riportate alla luce, con grande maestria e talento da Antonio De Signoribus. Ecco, per esempio, il “potere del pane”, delle “virtù magiche”, dei proverbi, dei sogni, dei numeri magici,filosofici, della superstizione, del malocchio, delle streghe… Come si faceva per riconoscerle? Si metteva un pettine nell’acquasantiera. Se in chiesa ci fosse stata una strega tutti l’avrebbero riconosciuta perché non poteva intingervi la mano. E per la fine dell’anno allo scoccare della mezzanotte si gettavano dalle finestre vecchie pentole di coccio: era di buon auspicio se si fossero rotte subito, di cattivo auspicio se non si fossero rotte. Era consuetudine,poi, ma l’usanza è ancora rimasta, che allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno si dovesse mangiare uva perché “Chi mangia l’uva il primo dell’anno, conta i soldi tutto l’anno”. Chi però, in una sola volta, fosse riuscito a mangiarne ben 9 chicchi , la sua fortuna sarebbe raddoppiata o addirittura triplicata. Guai però, se ne fosse caduto uno per terra, perché la situazione si sarebbe capovolta da positiva in negativa. Di buon auspicio era, poi, consumare anche lenticchie il primo dell’anno. Già gli antichi romani erano soliti mangiarne proprio a capodanno per garantirsi maggiori ricchezze e fortuna. Ecco, poi, altre storie sulla Befana, su Sant’ Antonio Abate, ecc. Insomma, in questo libro di Antonio De Signoribus, c’è tutta la filosofia del popolo da assaporare,con piacere, accanto al fuoco, magari mentre arde il Ceppo di Natale.