
di Tonino Armata
SAN BENEDETTO -Egregio direttore, lo scontro tra Regioni e Governo è sulla capienza dei mezzi per il rientro in classe.Il distanziamento di un metro a bordo, contestano i governatori, porterebbe il trasporto pubblico a viaggiare al 50-60% della capienza. E dunque a lasciare a piedi la metà degli alunni. Il Cts (Comitato Tecnico Scientifico) è disponibile a rivedere la misura.
La questione dei trasporti è centrale. Le Regioni vorrebbero alzare la capienza dei mezzi pubblici dall’attuale 50-60% (concesso quando tra l’altro c’è una disposizione verticale delle sedute) all’80%, derogando così alla regola del metro di distanza. Se non si interviene in questi giorni chiarendo i limiti delle capienze sul trasporto pubblico locale si rischia il caos. Una soluzione che ha destato perplessità, a partire dal Cts, e che pare illogica: chi verifica l’effettiva appartenenza alla stessa classe? E poi, che senso avrebbe a quel punto il distanziamento in classe?
Come esponente dell’Osservatorio Comunale permanente infanzia e adolescenti di San Benedetto del Tronto, propongo una soluzione alternativa già sperimenta anche nella nostra città. E cioè A scuola ci andiamo da soli.
Cos’è, obiettivi
Il progetto “A scuola ci andiamo da soli”, avviato dal Comune di Fano per la prima volta negli anni ‘90, riprende a pieno le sue attività dal 2016, perché fortemente voluto da un’amministrazione che ha riconosciuto nel progetto “Città delle bambine e dei bambini” un cambio dirotta verso il benessere di una città.
“A scuola ci andiamo da soli” è un progetto integrato e partecipato che vede la presenza di tre attori principali: la scuola, le famiglie, la città.
È un progetto esperenziale che si sviluppa come un percorso di educazione alla salute propria e dell’ambiente, che stimola la conoscenza dell’ambiente urbano e del proprio quartiere attraverso l’osservazione e l’orientamento. Dando fiducia ai bambini aumenta la loro autonomia e responsabilità.
Gli obiettivi
I principali obiettivi del progetto sono:
– Favorire l’autonomia dei bambini
– Promuovere la mobilità sostenibile
– Migliorare la qualità urbana’
Questi si perseguono tramite un processo partecipato con bambini, famiglie, scuola, associazioni di volontariato e tutto il quartiere coordinato dal Laboratorio città dei bambini del Comune.
I bambini devono poter esercitare pienamente il loro diritto di cittadinanza e il loro senso di appartenenza al loro ambiente di vita quotidiana.
Perché “A Scuola ci andiamo da soli”
La mobilità casa-scuola ha un forte impatto sull’ambiente urbano ed ogni scuola è un potente polo attrattore di traffico.
I problemi creati dalla congestione delle auto attorno alle scuole sono principalmente l’inquinamento atmosferico ed acustico, la mancanza di sicurezza e spesso anche gli incidenti, la scarsa autonomia dei bambini e perciò anche la perdita di occasioni di socialità.
Non potendo raggiungere la scuola a piedi o in bicicletta, inoltre, i bambini non effettuano il movimento quotidiano che sarebbe loro fondamentale per condurre una vita sana.
Non si chiede di andare a scuola da soli sin dall’inizio del progetto, ma si propone un processo formativo di educazione ambientale, civica e stradale che permetterà loro di potersi muovere in autonomia e con responsabilità nel tragitto casa-scuola.
Il ruolo della scuola
Il Comune propone il progetto alla scuola; il dirigente scolastico lo condivide con gli/le insegnanti e con il Consiglio di istituto che lo approva inserendolo nel POF come progetto educativo trasversale a lungo termine.
Un decreto del MIUR del 01/09/2016 (L221/2015) istituisce la figura del Mobility manager scolastico. Assieme al Comune il Mobility manager scolastico deve curare l’educazione stradale e civica, l’educazione ambientale e l’autonomia di tutti gli alunni.
Il ruolo della famiglia
La condivisione con le famiglie è un passo imprescindibile che rappresenta la chiave di volta per la buona riuscita del progetto.
La famiglia è chiamata:
a condividere le finalità generali del progetto,
a comprendere e valorizzare in casa l’importanza dell’autonomia dei propri figli,
a porre massima attenzione alla salute dei bambini e perciò alla qualità dell’aria che respirano e al loro movimento,
ad accogliere questa proposta di educazione ambientale e civica perché i propri figli siano cittadini consapevoli,
a partecipare ad incontri e laboratori con i referenti comunali finalizzati ad individuare soluzioni per la sicurezza,
a stimolare lo spirito di osservazione dei propri bambini,
ad incentivare la mobilità sostenibile adottandola in prima persona, passeggiando a piedi o in bicicletta con i propri figli.
Gli alleati
Gli alleati della scuola e del Comune nello sviluppo del progetto sono i volontari, i commercianti, la parrocchia, la polizia locale e tutti gli abitanti del quartiere.
Un obiettivo importante di questo progetto è infatti la ricostruzione di un ambiente solidale e cooperativo, perché questa è riconosciuta come una delle necessità più acute delle nostre città.