A Montalto Marche è di scena il grande teatro amatoriale

MONTALTO MARCHE – Venerdì 15 novembre alle ore 21.15 al teatro Comunale (ex Chiesa di San Francesco) di Montalto Marche appuntamento con il teatro amatoriale d’autore. Nell’ambito della rassegna organizzata dalla Fita (Federazione Italiana Teatro Amatori), che si snoderà fino a maggio 2020, andrà in scena “Oh Dio Mio!”, uno degli spettacoli di teatro in lingua più apprezzati sulla scena nazionale. Scritto dall’autrice israeliana fautrice dei buoni rapporti tra ebrei e musulmani, “Oh Dio Mio!” è realizzato dalla compagnia dorica Claet, attiva dal 1987.

Il livello delle compagnie che fanno teatro in lingua sta crescendo in maniera esponenziale anno dopo anno – commenta la presidente di Fita Marche, Federica Bernardini – oggi, grazie anche ai nostri corsi di formazione, al teatro dialettale, che rappresenta tutt’ora il fulcro dell’attività amatoriale, si è aggiunto in maniera importante quello in lingua. Una crescita culturale per l’intera comunità, che vede anche un profondo rilancio di vari gener, tra cui il musical, con il coinvolgimento di giovanissimi attori”.

Lo spettacolo e l’autrice.

Scritto da Anat Gov, una delle più acclamate drammaturghe israeliane scomparsa nel 2012 all’età di 59 anni, “Oh Dio mio!” è andato in scena per la prima volta a Tel Aviv nel 2010. Stimata autrice di programmi televisivi e giornalista, Anat Gov si è battuta per anni per la parità dei diritti dei cittadini arabi d’Israele e per rapporti di pace con i paesi vicini.

In “Oh Dio mio”, pièce venata di humour yiddish, incontriamo Ella, affermata psicanalista e madre single di una ragazzina autistica, che un giorno riceve la telefonata di un misterioso paziente bisognoso di aiuto. Ella accetta di riceverlo nel suo studio e tra i due ha inizio un improbabile quanto insperato dialogo, di cui, chiunque, in cuor proprio, vorrebbe essere protagonista.

Il testo analizza il rapporto eterno tra Dio e l’Uomo sin dalla creazione del mondo, mettendo a confronto i relativi antitetici punti di vista: quello di Dio, deluso dalla sua “creatura”, corrotta dal peccato e dalla brama di potere e quello dell’Uomo, spaventato ed oppresso dalla Divinità minacciosa dell’Antico Testamento. Nella sua intenzione di avvicinare il Cielo alla Terra, l’autrice accompagna ciascuno dei suoi personaggi lungo un percorso di analisi e di ricerca, di se stesso e dell’altro, fino ad uno scambio di ruoli: umanizza Dio facendogli sperimentare fragilità e debolezze dell’animo umano ed eleva l’Uomo facendo di lui “il Salvatore”.

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