Al porto scoperta una lapide, ricordo di Francesco Annibali, Ounis Gasmi e Luigi Luchetti, vittime del naufragio del motopeschereccio Rita Evelin.

SAN BENEDETTO – Dolore e commozione sono stati al centro della cerimonia di svelatura della lapide che da giovedì, al molo nord del porto di San Benedetto del Tronto,  ricorda i tre sfortunati marinai, Francesco Annibali, Ounis Gasmi e Luigi Luchetti, che hanno perso la vita a causa del naufragio del motopeschereccio Rita Evelin, avvenuto il 26 ottobre del 2006. Nonostante il mare calmo,  e il relitto non è mai stato recuperato, e giace in fondo al mare. Prima della svelatura e della benedizione impartita da Don Guido Coccia, Parroco della chiesa di San Benedetto Martire, alla presenza dei familiari dei tre marinai,  si sono succeduti gli interventi di Antonio Capriotti, Vice Sindaco di San Benedetto, Alessandra Di Maglio, Comandante della Capitaneria di Porto, Guido Vittorel, in rappresentanza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Centrale, che hanno espresso la loro vicinanza e quelle delle istituzioni rappresentate ai familiari: tra gli altri erano presenti Giuseppe Merlini, Direttore dell’Archivio Storico Comunale,  Gino Troli, Presidente del Circolo dei Sambenedettesi,  gli ex sindaci Pasqualino Piunti e Paolo Perazzoli, l’ex assessore alle Politiche del Mare Filippo Olivieri e numerosi cittadini.

La cerimonia ha rappresentato un momento di profonda riflessione e unità, per onorare la memoria di questi uomini e per ribadire l’importanza della sicurezza in mare nella comunità sambenedettese e proprio su questo punto si è soffermata la comandante Di  Maglio.

“A 17 anni di distanza abbiamo lo stesso dolore, anche maggiore, ma non possiamo dare la colpa a nessuno, perché la verità non l’abbiamo mai saputa, è rimasta in fondo al mare con la barca” afferma Giovanna Scolastici, cugina di Francesco Annibali, promotrice dell’iniziativa per la realizzazione della lapide, grazie all’impegno della scrittrice Antonella Roncarolo, che si è impegnata in prima persona in tal senso, e ha coordinato l’importante momento della svelatura. E’ stata proprio l’autrice del romanzo “Quel silenzio in fondo al mare”, ispirata al naufragio, una volta recepita la disperazione di Giovanna e quella degli ulteriori familiari, ad attivarsi verso un ricordo più tangibile della città verso i tre sventurati uomini.

Amareggiata  Lorena Annibali, sorella di Francesco: “non saprò mai quello che è accaduto. Ho sempre con me l’ultimo ricordo di mio fratello, della domenica prima di imbarcarsi. Mi disse fai la brava con i nostri genitori. Doveva tornare il giovedì ma non l’ho più visto”.

Il ricordo di Wadia e Mohamed Gasmi, figli di Ounis: “dopo tre maschi mio padre era felice per aver avuto una figlia femmina, che aveva pochi mesi”.

 

 

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