ASCOLI – In seguito all’aggravarsi degli eventi sismici che dal 24 agosto hanno colpito la nostra zona, nei giorni scorsi, si è costituito il Comitato Scuole Sicure di Ascoli Piceno. “In pochissime ore -afferma una nota del Comitato- sono già oltre 1300 i genitori che hanno aderito al Comitato il cui obiettivo è quello di avere garantita la sicurezza e la continuità didattica (oggi messa in discussione) degli studenti. Il continuo procrastinare della riapertura delle scuole alimenta il dubbio che gli istituti scolastici cittadini possano non essere agibili o che, comunque, possano mettere a rischio gli alunni e tutto il personale scolastico. Gli eventi delle ultime settimane hanno oltretutto dimostrato che, con il continuo ripetersi delle scosse, la semplice agibilità delle strutture scolastiche non è certo sufficiente a garantire la sicurezza ma è necessario che venga garantita la resistenza della strutture stesse. In un simile contesto che rende delicata e molto complessa la situazione, il Comitato Scuole Sicure di Ascoli Piceno, ha elaborato una serie di proposte per consentire il regolare svolgimento dell’anno scolastico. Per presentare alla stampa tali proposte e per sollecitare un confronto con gli enti preposti (Comune e Provincia), per chiedere chiarimenti in merito alla tenuta sismica degli edifici scolastici cittadini, il Comitato Scuole Sicure ha indetto una conferenza stampa che si terrà venerdì 4 novembre 2016 alle ore 12 presso la tensostruttura della chiesa di SS. Simone e Giuda di Monticelli. Il Comitato ritiene che che la soluzione più immediata e giusta sia la creazione di un’urbanizzazione con tende riscaldate o container in luoghi sicuri del capoluogo. Noi genitori saremmo tranquilli e le istruzioni avrebbero tutto il tempo per valutare e attuare tutte le misure di prevenzione per eventuali nuovi sciami sismici. Il terremoto è un trauma. Lo è per tutti, non è prevedibile ma non facciamoci trovare impreparati. Oltre all’evento naturale che con la sua dirompenza crea dolore ed ansia, questo andirivieni continuo di interruzioni scolastiche dà allo studente un senso di precarietà”
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