Ascoli Piceno – Si apre il 19 il I Festival Barocco “Tesori recuperati”. In scena “Il Catone in Utica”

Ascoli Piceno - Si apre il 19 il I Festival Barocco "Tesori recuperati". In scena "Il Catone in Utica"

L’Associazione culturale “Tesori Recuperati” , presieduta da Donatella Viscioni , presenta, sotto la direzione artistica di Ginevra Zotti Di Nicola, la prima edizione del Festival Barocco “Tesori Recuperati”.

Il Festival, come l’Associazione da cui nasce, si prefigge, nel corso delle edizioni, di recuperare tutti quei Tesori inestimabili dimenticati negli archivi dei conservatori per riportarli a nuova vita, di far rivivere allo spettatore il periodo d’oro che fu di Farinelli, di Caffarelli, di Pacchiarotti, di Rauzzini, di Marchesi e Velluti .

L’opera scelta “Il Catone in Utica”, dalla sua prima esecuzione nel 1784 ad inaugurazione di stagione al San Carlo di Napoli ad oggi, non è stata più eseguita, dimenticata negli archivi del Conservatorio di San Pietro a Majella. L’opera narra la storia degli ultimi giorni di Catone ( Carlo Giacchetta) che per fuggire alla dittatura di Giulio Cesare (Ginevra Zotti Di Nicola) si rifugia ad Utica dove a supportare la sua accanita difesa della fazione pompeiana e la sua avversione per il neo tiranno ci saranno Emilia (Lucia Eusebi) vedova di Pompeo ed Arbace (Camilla Antonini) principe Numida segretamente innamorato di Marzia (Stefania Donzelli), figlia di Catone.
Marzia è divisa tra l’amore per Cesare e l’amore per il padre. La fine sarà inevitabile nella decisione di Catone di togliersi la vita piuttosto che piegarsi a Cesare ed al suo potere, così l’amore di Marzia che muta in odio.

La regia di Antonio Zotti è volutamente molto semplice per lasciare spazio a ciò che di più prezioso c’è in un’opera lirica: La Musica e la vocalità degl’interpreti.
La regia cerca di riportare lo spettatore a vivere le emozioni del barocco nelle esagerazioni e nei capricci del Primo Uomo e della Prima Donna lasciando che sul palcoscenico tutto sia assoggettato a virtuosismi vocali fino ad ora persi che danzano con musiche meravigliose “recuperate”

Sul palcoscenico si vedranno convivere un’anima classica con le scenografie ed i costumi di Catone, Arbace, Emilia, dalle matrone e dall’esercito romano, impersonato dai ragazzi della Casa Circondariale Marino, e dallo stile esagerato tipico dell’Opera Barocca con costumi ricchi e sorprendenti, anche negli accessori, di Cesare e Marzia che, grazie al lavoro della scenografa e costumista Donatella Fani, trovano un’armonizzazione perfettamente coerente con la linea registica ed il format dell’opera .

Le scenografie sono frutto di una collaborazione col TeatroVentidio Basso che ha messo a disposizione i magazzini con scenografie di repertorio ormai inutilizzate.

Donatella Fani, con grande bravura, ha quindi creato delle scene a costo zero, reinterpretando quanto di esistente c’era limitandosi ad integrare per quanto necessario, proponendo così un modello di “sostenibilità teatrale” già noto in molti Paesi, in cui la centralità dell’Opera risiede esclusivamente nella Voce.

L’intento “innovativo” di riportare il pubblico indietro di III sec. e permettergli di vivere a 360° una serata del 700 trova nell’intermezzo buffo Drusilla e Strabone alla fine del I atto ed alla fine del II atto, come nel 700, uno strumento meraviglioso per stemperare la drammaturgia dell’Opera .
Allo stesso modo il pubblico protagonista attivo dello spettacolo può scegliere di godere della serata come meglio gli aggrada decidendo di andare ai tavoli da gioco (canasta, burraco, scacchi etc.) o di gustare pietanze dell’epoca servite nel Foyer durante tutto lo spettacolo, il tutto , se ne avesse piacere , vestito con abiti dell’epoca che meglio si addicono al divertimento e maggiormente combattono la staticità a cui ci siamo abituati nei teatri.

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