Fabio Barile e Domingo Milella: Le forme del tempo. Un dialogo per immagini

PESARO – In occasione dell’ultimo giorno di apertura della mostra Le forme del tempo. Un dialogo per immagini al Centro Arti Visive Pescheria, la Fondazione Pescheria, in collaborazione con Sistema Museo, invita il pubblico a un doppio incontro con Fabio Barile e Domingo Milella, in Pescheria e alla Sinagoga, dove il progetto si estende con l’installazione inaugurata il 19 maggio e visitabile fino al 9 luglio.

Domenica 9 giugno alle 17, Fabio Barile accompagnerà i visitatori in una visita guidata della mostra al Centro Arti Visive Pescheria, soffermandosi in particolare sui propri lavori e sul rapporto tra osservazione del paesaggio e tempo geologico. A seguire, alle 19, Domingo Milella proietterà all’interno dell’installazione nella Sinagoga una selezione di immagini dal suo nuovo lavoro sulle pitture rupestri, conducendo il pubblico sulle tracce di quelli che George Bataille definisce i nostri primi balbettamenti. In entrambi gli appuntamenti, i due artisti saranno introdotti dal curatore Alessandro Dandini de Sylva. Per il finissage apertura straordinaria di Pescheria dalle 16 alle 21 e della Sinagoga dalle 17 alle 20 a ingresso libero.

Durante i due incontri, il pubblico potrà acquistare le speciali edizioni limitate, contenenti due stampe originali numerate e firmate dagli artisti, del libro Le forme del tempo, una raccolta di lavori esposti dai due autori nei diversi allestimenti del Loggiato, dell’attigua Chiesa del Suffragio e della vicina Sinagoga, realizzati in collaborazione con Fondazione Malaspina.

L’esposizione al Centro Arti Visive Pescheria, con oltre duecento immagini fotografiche, mette in dialogo due ricerche apparentemente distanti e si traduce in un percorso a ritroso che è una discesa nell’ignoto, un viaggio nel cuore dell’uomo e del nostro pianeta. Il lavoro di Fabio Barile, An Investigation of the laws observable in the composition, dissolution and restoration of land, consiste nell’osservazione dei complessi elementi che caratterizzano il paesaggio in cui viviamo, attraverso evidenze geologiche e simulazioni di processi naturali.

Il lavoro di Domingo Milella, Indexing 2001/2016, è un archivio di tracce, segni, luoghi e architetture i cui significati si sono perduti o si perderanno nel tempo, immagini che evocano domande sulla storia e sull’uomo, dal mondo contemporaneo al mondo arcaico.

L’installazione nella Sinagoga, con solo tre fotografie, rinvia a lontananze quasi vertiginose la memoria dell’uomo sull’uomo. Un’immagine di Fabio Barile dell’entrata (o uscita?) di una grotta calcarea nell’altopiano carsico delle Murge in Puglia dialoga con due immagini di Domingo Milella, una che ritrae il fregio rupestre di una coppia di cavalli nella caverna di Pech-Merle in Occitania e una che raffigura impronte di dita e altri simboli rupestri nella grotta di El Castillo in Cantabria. Le tre immagini ci conducono sottoterra mostrandoci tracce di esseri lontani, appena emersi dalla notte animale, rievocando i nostri più remoti crepuscoli.

In un passaggio del libro che dà il titolo alla mostra – La forma del tempo di George Kubler – Kubler scrive che conoscere il passato è un’impresa altrettanto stupefacente che conoscere le stelle. Astronomi e storici si occupano di manifestazioni notate nel presente ma accadute nel passato. Fabio Barile e Domingo Milella hanno questo in comune: entrambi raccolgono antichi segnali di eventi avvenuti anche molto prima di apparire. Le loro immagini ci riportano indietro, fin nelle viscere della terra, dal tempo presente fino al tempo profondo.

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