E’ stato un grande, calorosissimo abbraccio quello che la città ha riservato ai ragazzi del
Conservatorio di Musica “Pergolesi” che sabato scorso hanno regalato un magnifico concerto in
occasione dell’Inaugurazione dell’Anno Accademico.
Un Teatro dell’Aquila stracolmo ha applaudito a lungo, anche con standing ovation, le
esecuzioni della Orchestra Sinfonica composta non solo dagli allievi grandi ma anche dagli allievi
più piccoli che, al fianco dei loro docenti, hanno sperimentato cosa significa suonare in una grande
orchestra. Insieme all’orchestra, sul palco del Teatro dell’Aquila, le voci soliste, il Coro del
Conservatorio e quello di voci bianche.
Oltre 150 musicisti diretti dalla sicura bacchetta del maestro Daniele Giulio Moles che
hanno infiammato gli animi del pubblico già dall’esecuzione dell’Inno di Mameli che, come
consuetudine, ha aperto il concerto.
“Un Teatro così pieno e caloroso – la riflessione del presidente Carlo Verducci e del
direttore Massimo Mazzoni – denota chiaramente come il Conservatorio non venga più visto solo
come una scuola, seppur qualificata e prestigiosa, ma anche come centro propulsore di produzione
artistica in stretto collegamento con il territorio. E questo ci fa particolarmente piacere.”
Gli entusiastici giudizi espressi dal pubblico al termine del bellissimo concerto hanno sottolineato
proprio queste caratteristiche, complimentandosi per l’alto livello di tutto l’organico.
Proprio nell’ottica di produzione artistica e quindi concertistica, si inseriscono “I Concerti
dei Docenti” che avranno inizio giovedì 5 febbraio prossimo, alle ore 21 nell’Auditorium “Billè”.
Saranno ad ingresso libero e tutti gli appassionati sono invitati.
Questo primo appuntamento regalerà al pubblico grandi emozioni. Verranno eseguite infatti “Le
otto stagioni di Vivaldi e Piazzolla” per un insolito e affascinante accostamento melodico tra le
Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi (1678/1741) e Las cuatro estaciones portenas di Astor
Piazzolla (1921/1992).
Protagonisti saranno i docenti Marco Rogliano e Luca Marziali (violini solisti),
accompagnati dal quintetto composto da R.Marchese (violino), F.Stassi (viola), F.Ferrarini
(violoncello), S.Bruni (contrabbasso), C.Compagnoni (clavicembalo).
Le Stagioni verranno eseguite alternando quelle dei due compositori ma rispettando gli
“emisferi” in cui sono state composte. Alla Primavera di Vivaldi infatti farà eco il Verano Porteno,
ovvero l’Autunno, all’Estate l’Inverno e così via.
Due mondi vengono a riunirsi e a riproporre intatta la magia della laguna veneziana così come il
clima degli ambienti del porto di Buenos Aires.
Vivaldi compone le sue Stagioni nel 1725 a Venezia raccogliendo da subito l’ampio favore di
pubblico e critica a tal punto che sono tuttora considerate tra le pagine più significative di musica a
programma, composizioni cioè a carattere prettamente descrittivo.
Las cuatros Estaciones porteñas vengono invece composte da Piazzolla nel 1970 dedicate al porto di
Buenos Aires, da cui l’aggettivo porteñas.
Con le stagioni, Piazzolla raggiunge la sua identità estetica e la consacrazione del suo stile, attraverso
l’unione di elementi diversi come il tango, la musica colta europea e diversi ritmi jazz.
Due secoli dividono i due autori che hanno rivoluzionato l’uno il concerto barocco, l’altro il
tango argentino con rimandi al jazz e alla tradizione colta europea ma, da entrambe le raccolte,
si sprigiona una medesima e assoluta vitalità, tale da rendere all’ascoltatore il senso di gioia ed
entusiasmo che animò il musicista veneziano nel Settecento e il geniale argentino di origini pugliesi
vissuto nel Ventesimo secolo.
“Mentre le stagioni sono minacciate dai cambiamenti climatici e rischiano di perdere la loro
specificità mostrando inequivocabilmente l’allontanamento della civiltà umana dai cicli naturali e
il rischio di una loro omologazione, due compositori come Vivaldi e Piazzolla, ci ricordano il sacro
valore del tempo e lo rendono spartito.”
Un concerto che ripropone dunque l’incanto della natura e dell’avvicendarsi delle Stagioni.
Ossigeno per le orecchie, sollievo per la Terra.