
SANT’ELPIDIO A MARE – Niente antenne né ripetitori, nuovi o riadattati, nei territori dei comuni di: Altidona, Belmonte, Campofilone, Falerone, Fermo, Francavilla d’Ete, Grottazzolina. Lapedona, Magliano di Tenna., Massa Fermana, Monsampietro Morico, Montappone, Monte Falcone Appennino, Monte Rinaldo. Monteleone. Monte San Pietrangeli. Monte Urano, Monte Vidon Combatte, Monte Vidon Corrado, Montegiberto. Monteigorgio, Montegranaro, Montelparo, Monterubbiano, Montottone, Moresco, Ortezzano, Petritoli, Ponzano di Fermo, Rapagnano, Santa Vittoria in Matenano, Sant’Elpidio a Mare, Servigliano, Smerillo, Torre San Patrizio.
In questo senso si sono espressi i sindaci – su proposta di Alessio Terrenzi (Sant’Elpidio a Mare) e Marco Rotoni (Servigliano) con apposita ordinanza con la quale si vieta a chiunque la sperimentazione o l’installazione del 5G sul territorio comunale nelle more della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer.
I sindaci hanno, in questo modo, voluto applicare il principio di precauzione che è principio generale dell’Unione Europea, prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti delle radio frequenze, estremamente pericolosi per la salute dell’uomo ed in attesa dell’adozione del “Piano Comunale per la localizzazione delle Antenne di telefonia mobile” previsto dall’articolo 6 della L.R. n. 12 del 30 marzo 2017 della Regione Marche.
I sindaci hanno voluto, in questo modo, agire a tutela delle rispettive collettività in via precauzionale, in attesa dell’emanazione di linee guida aggiornate da parte gli organismi di tutela della salute e dell’ambiente nazionali e regionali, basati su dati scientifici aggiornati. E’ il risultato, questo, di una provincia quasi unanime su questo punto.
“Non siamo contrari all’innovazione – dicono i sindaci firmatari – ma sono necessarie rassicurazioni scientifiche puntuali sulle tecnologie di nuova generazione come appunto il 5G. D’altro canto è volontà di tutti gli Amministratori locali condividere la tematica e disciplinarla attraverso l’attuazione di strumenti urbanistici coordinati tra loro e coerenti con le disposizioni normative regionali in corso di adozione. Le ordinanze quindi non vogliono esprime una riserva a priori sulla recente tecnologia ma attuare un preciso principio di precauzione garantendo in questa particolare congiuntura un maggiore e consapevole livello di protezione per la salute pubblica e per il paesaggio”.