Il passato rivive con la realtà virtuale

Da qualche anno stiamo assistendo all’affermarsi di tecnologie innovative applicate al campo dell’archeologia, della storia e dell’arte con l’obiettivo di aumentare l’engagement dei visitatori. Questi strumenti, infatti, mutuati dal mondo del gaming e da quello dell’intrattenimento forniscono l’opportunità di veicolare i contenuti culturali in maniera più coinvolgente e appassionante.

La passività di una visita all’interno di un edificio storico o di un museo, per quanto ricco di oggetti di estremo valore e interesse culturale, rappresenta una delle sensazioni che più di frequente capita di sperimentare. La noia è spesso in agguato, soprattutto tra i Millennials abituati a interagire con lo spazio che li circonda in maniera più attiva di quanto non lo siano le generazioni analogiche. Dalle guide cartacee a quelle umane, passando per totem interattivi e audioguide gli spazi culturali si sono arricchiti in questi ultimi anni di nuovi dispositivi che promettono di rivoluzionare la modalità di accesso a opere d’arte, musei e bellezze storiche della nostra Regione.

Il progetto “Io nel pensier mi fingo” di recente inaugurato nelle sale delle scuderie di Palazzo Leopardi a Recanati, rappresenta un esempio concreto di un’innovazione volta a migliorare l’esperienza di visita. Il nuovo e originale percorso multimediale è nato da un’idea della Casa Leopardi con il prezioso contributo della professoressa Fabiana Cacciapuoti e dell’architetto Giancarlo Muselli. Gli aspetti tecnici fondamentali in un progetto di questa portata sono stati affidati PlayMarche coadiuvata dalla società ETT.

Il visitatore si trova così proiettato in un percorso virtuale dove alla spettacolarità delle immagini che ci immergono negli spazi intimi della quotidianità della famiglia Leopardi si accompagna un itinerario narrativo studiato per offrire il massimo del coinvolgimento. I due aspetti, la componente tecnologica e quella narrativa, sono parte di un unica esperienza di visita che apre infinite possibilità di sperimentazione nel campo dei beni culturali.

Progetti simili sono stati realizzati ad esempio lo scorso anno nell’ambito della mostra multimediale ArcheoVirtual fiore all’occhiello della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. A Roma nelle sale del Museo Etrusco di Villa Giulia è stato allestito uno spazio virtuale. Si tratta di una dettagliata ricostruzione di alcuni luoghi d’eccezione come la Villa dei Volusii di età augustea o la colonia romana di Lucus Ferionae del II secolo d. C. Con questi luoghi, grazie a un Avatar digitale, alias virtuale del visitatore reale quest’ultimo compie un viaggio a ritroso nel tempo per conoscere siti altrimenti irraggiungibili nel tempo e nello spazio. Un modello nuovo attraverso cui viene veicolata la conoscenza: più immersivo e appassionante degli strumenti tradizionali.

Applicazioni di questo tipo hanno da tempo trovato un fertile terreno di sviluppo, sia negli aspetti narrativi che in quelli tecnologici, nel mondo videoludico. Tra suggestioni del passato e avanzatissimi sistemi di simulazione del reale l’utente sperimenta in prima persona quell’engagement che può diventare potente strumento per trasmettere contenuti culturali. Nel primo caso ci troviamo di fronte a una storia capace di rendere i luoghi di Assassin’s Creed a Firenze, Montepulciano o Venezia mete turistiche per gamer nostalgici che vogliono visitare, dal vero, le città storiche in cui il secondo capitolo della saga è ambientato. E c’è chi del resto, tra tour operator e guide turistiche ha deciso di proporre servizi in questo senso; un po’ come è accaduto con i tour Inferno seguiti al successo del romanzo di Dan Brown.

Il secondo aspetto, quello tecnologico, riguarda la necessità di rendere gli spazi digitali quanto più realistici possibili. Un modello di innovazione seguito da alcune piattaforme di gaming online che hanno sviluppato come i casinò live di Unibet una strategia videoludica in cui lo spazio di gioco digitale diventa indistinguibile da quello reale con dealer in carne e ossa con cui interagire.

Questo tipo di simulazione si è tradotta nell’ambito di un’offerta turistica più ricca e coinvolgente e in una sempre più frequente proposta di tour immersivi. Strategia adottata di recente dal Porto di Ancona che ha rinnovato la propria piattaforma web con uno strumento ad hoc per solleticare la curiosità dei visitatori. La possibilità infatti di conoscere da remoto monumenti e luoghi che ne definiscono l’identità attraverso il virtual tour del Porto Antico si rivela un potente strumento di marketing turistico. Oltre a questo c’è ovviamente l’utilità pratica di un simile device per acquisire informazioni utili in vista della partenza.

Non solo le moderne tecnologie ci aiutano a far rivivere il passato, ma sembrano ridefinire in maniera nuova e suggestiva gli itinerari del presente.

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