Ilia Kim apre la rassegna dei Concerti Oro/Malibran Classica

di Antonio De Signoribus

SAN BENEDETTO – Da non perdere per i Concerti Oro/Malibran Classica, domenica 26 gennaio, alle 17, il concerto di Ilia Kim, che si terrà a Fermo presso la Sala dei Ritratti del Palazzo dei Priori, a cura di Piero Rattalino.

“E’ il nostro primo concerto di questo nuovo anno- ci dice con orgoglio il direttore artistico Rossella Marcantoni– il tutto  nella storica, bellissima e poetica Sala Dei Ritratti che è tornata in vita dopo il sisma di tre anni fa. Sono molto felice che sia Ilia Kim ad aprire la Rassegna Concerti Oro 2020 insieme al Grande musicologo Maestro Piero Rattalino, che curerà l’introduzione al concerto.Il maestro Rattalino tiene Master Class di pianoforte all’Accademia Malibran sin dalla sua fondazione.

Ringrazio, poi,  l’amministrazione comunale di Fermo nella persona dell’Assessore alla cultura Francesco Trasatti per avere accettato la nostra proposta, Carmela Marani dell’Associazione, Annio Giostra e Giambattista Tofoni di TAM per la collaborazione ai Concerti Oro. Sarà una giornata speciale Sotto ogni punto di vista”.

La bravissima Ilia Kim, eseguirà al pianoforte Musiche di  Debussy, Liszt, Bach, Brahms, Einaudi, Glass, Beethoven. Questo il programma della serata:

C. Debussy (1862-1919)

Danse, Clair De lune, Odine, l’isle joyeuse.

F. Liszt( 1811-1886)

Sonetto n. 104 del Petrarca, Funérailles

Quattro secoli di minimalismo:

J. S. Bach (1685-1750)

Preludio in mi minore BWV 855

J. Brahms  ( 1833-1897)

Valzer op. 39 n. 15

L. Einaudi (1955)

Onde

P. Glass (1937)

Studio n. 11

L.v Beethoven (1770-1827)

Sonata in fa minore op. 57, Appassionata

Allegro assai

Andante con moto

Allegro ma non troppo-Presto

Ecco la spiegazione del musicologo Piero Rattalino. All’inizio dell’Ottocento lo spettatore che aveva deciso di passare la serata al teatro d’opera si informava sul programma. I giornali, o i manifesti, gli davano il titolo dell’opera che si rappresentava nel tal teatro ma gli indicavano anche, come sottotitolo, la specie: opera seria, opera semiseria, commedia, dramma, farsa…..

I concerti sinfonici erano ancora rari, i concerti da camera erano ancora di là da venire. Ma normalmente i titoli della musica strumentale si limitavano al genere, non alla specie. Poteva capitare eccezionalmente che si scrivesse Sinfonia Eroica o Sinfonia Pastorale.

Di solito si scriveva Sinfonia e basta. Un po’ più… generosi erano talvolta i sottotitoli dei concerti: Concerto militare, Concerto Il Cucù, Concerto nel genere dei greci, Concerto “Viaggio sul Monte S. Bernardo”.

Chi acquistava il biglietto pregustava qualcosa di ben diverso, se il sottotitolo era “Viaggio sul Monte S. Bernaro”, o “Il Cucù”. E Sinfonia n. 5 o Sinfonia n. 7 di Beethoven non predisponeva di certo all’ascolto quanto Sinfonia Eroica o Sinfonia Pastorale.

I concerti da camera pubblici, come dicevo, erano ancora di là da venire. La musica strumentale in formazioni da camera veniva eseguita privatamente e toccava agli esecutori, non ai titoli, di informare gli ascoltatori di quello che avrebbero goduto… o non goduto perché non erano dell’umore giusto per goderselo.

Quando il concerto da camera divenne concerto pubblico, e cioè negli anni trenta, i concertisti sapevano che le motivazioni di chi spendeva denaro acquistando un biglietto d’entrata, e spendeva tempo restando per almeno un paio d’ore seduto su una sedia non sempre, anzi, raramente comoda, sapevano – dicevo – che chi andava al concerto solistico ci andava per motivazioni diverse: per acculturarsi, per commuoversi, per divertirsi, per stupirsi.

Bisognava che il programma comprendesse musiche di diverso tipo. E Anton Rubinstein teorizzò addirittura il programma come menù di un cenone comprendente gli antipasti, il piatto forte con i contorni, i formaggi, i dolci….

Nel Novecento questo schema venne modificato e il programma si orientò sempre di più verso l’interesse culturale o addirittura verso il collezionismo, tanto che Artur Schnabel, spiritoso ebreo galiziano, disse che i suoi programmi si distinguevano dagli altri perché la loro seconda parte era noiosa quanto la prima.

Oggi, e in verità da parecchi anni, è in atto una… riconversione del programma verso il menù. E a questa tendenza si ispira il programma di Ilia Kim: musica drammatica sì, ma anche musica sentimentale e musica ludica. Ludica è la Danza, lirico è il Chiaro di luna, drammatica è Ondina di Debussy, e L’isola giocosa riunisce in sé diversi caratteri. Lirico-epico è il Sonetto del Petrarca, drammaticissimo Funerali di Liszt.

Le quattro pagine minimaliste sono ludiche, e dimostrano che la musica “classica”, cioè colta, sa essere ludica in ogni tempo. La Sonata di Beethoven è drammatica, drammaticissima, anzi, tragica, perché finisce nella disperazione. Un tempo si riteneva che la drammaticità e la tragicità dovessero essere collocate all’inizio del concerto, con il dulcis in fundo.

Ma per la psicologia del pubblico di oggi è più funzionale mettere il dolce all’inizio e l’amaro alla fine. Il dolce scarica tutte le tensioni e predispone all’ascolto e alla stoica accettazione del tragico.

Ingresso 10 euro. Per info e prenotazioni 338.8219079

 

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