ANCONA – Più di sessantacinque ospiti e cinquanta appuntamenti in tre giorni con circa 6500 presenze. Sono i numeri della seconda edizione di KUM!, il Festival con la direzione scientifica di Massimo Recalcati e il coordinamento di Federico Leoni, che ha animato la Mole Vanvitelliana
Tre giornate ricche di contenuti, idee, questioni e persone provenienti da tutta Italia per dialogare e ascoltare i numerosi interventi, con una chiusura speciale grazie al concerto esclusivo di Mauro Ermanno Giovanardi, che appositamente per il Festival ha ideato una scaletta musicale sul tema delle Risurrezioni.
Attorno a questo tema, si sono confrontati alcuni dei principali personaggi del mondo culturale, sociale e clinico del nostro Paese, da Stefania Carnevale al filosofo Rocco Ronchi, dagli applauditissimi Domenico Starnone e Federico Chicchi agli scrittori Valeria Parrella e Paolo Giordano, dagli psicoanalisti Bernard Toboul proveniente dalla Francia e Aldo Becce dall’Argentina a Silvia Lippi e Concita De Gregorio per citarne solo alcuni. Sold out per i tre incontri con Massimo Recalcati e per altri che è stato possibile seguire comunque grazie allo streaming nella grande sala, affollata, del Magazzino Tabacchi della Mole.
«Di grande conforto la presenza numerosa, attenta e vivace di moltissimi giovani, del territorio e del resto del Paese – afferma l’assessore alla Cultura Paolo Marasca – che hanno testimoniato meglio di mille parole come sia forte il desiderio di sapere, di legarsi, di muoversi e cambiare, grazie anche al lavoro del Festival con gli Istituti Superiori durante l’intero anno che ha preceduto questa edizione».
Numerose le novità: il servizio bar e ristorazione affidato alla Cooperativa Lavoriamo Insieme e all’Istituto Alberghiero Einstein Nebbia di Loreto, che ha impegnato docenti e alunni con bisogni educativi speciali, rivelando come sia possibile, a partire da un grande evento, coltivare e alimentare la crescita di un intero territorio. Affollato oltremisura lo spazio Libreria, gestito dalla Feltrinelli e da Jonas Onlus; l’ampliamento degli spazi utilizzati ha permesso di soddisfare le esigenze del pubblico numeroso. Per citare uno degli ospiti, Aldo Becce, psicoanalista e presidente dell’associazione Jonas Onlus nazionale, nei tre giorni di KUM! «circola tanto eros, il movimento è emozionante».
Impossibile citare tutti i momenti di commozione del Festival, che è anche un’occasione in cui tanti protagonisti della cultura italiana hanno modo di incontrarsi, rivedersi, ascoltarsi a vicenda, costruire nuovi legami e nuovi progetti. «Un Festival laboratorio, che non si chiude mai, che genera, coltiva, si cura di se stesso e così facendo si prende cura dell’altro e del mondo intero – prosegue Marasca – . Un Festival con il quale Ancona dice: ok, mettiamoci al lavoro, a tutte le persone che hanno desiderio sufficiente per migliorare il mondo, a partire da noi stessi».
Presentato il tema delle prossime due edizioni e alcune novità nei contenuti e nella proposta. Se i primi due anni sono stati in qualche modo, e quasi casualmente, collegati (L’ingovernabile la prima, Risurrezioni la seconda), il terzo e il quarto saranno intenzionalmente l’uno stretto all’altro e chiuderanno in un cerchio l’esperienza umana.
Si inizia nel 2019 con L’Origine della vita, un tema che mette al lavoro studiosi e figure della cultura nazionale e internazionale da varie prospettive, e che avrà, ad Ancona, una sezione dedicata al Bambino, nella città di un ospedale pediatrico, una città che sente nel profondo dell’animo il bisogno di occuparsi della vita che nasce; si prosegue nel 2020 con La vita alla fine, titolo volutamente impreciso, perché comprensivo del fine vita, ma anche di una considerazione sulla vita e sui suoi possibili sensi.
Ai due titoli, presentati in apertura del concerto conclusivo di Mauro Ermanno Giovanardi, seguirà entro pochi giorni la comunicazione delle date ufficiali. Annunciate anche alcune novità nella struttura del Festival per i prossimi anni.
«Lavoreremo sempre di più durante l’anno con le scuole e con gli operatori della Cura – conclude Marasca – , KUM! si è radicato e si mette al servizio di un territorio intero. Faremo del Festival anche un laboratorio, invitando giovani studiosi a costruire seminari sui temi dell’anno, nel periodo precedente la manifestazione e durante i tre giorni. Quello che fa la differenza tra KUM! e molte delle iniziative culturali italiane è l’intenzione dichiarata all’origine di essere un luogo di lavoro sulla Cura, di coltivare e generare, di creare il legame che serve per la crescita della nostra società».