ASCOLI PICENO – Delimitare la conoscenza di una corale ad una visione di gruppi di persone, alle volte un po’ mature che si ritrova a cantare per passatempo, si pecca di superficialità.
Partendo dal fatto che il coro ha radici in età greca dove diventa il componente delle commedie e delle tragedie, la sua evoluzione si trova nei canti corali delle sinagoghe in Israele e di lì si estese nella dottrina cristiana e via via nel corso dei secoli viene tracciata una storia fondamentale nella musica che dal Medioevo con i canti gregoriani si arriva fino ai giorni nostri con un ruolo di notevole importanza nella lirica, così come nella musica pop.
Karlheinz Stockhausen, uno dei più importanti compositori del Novecento per la musica elettronica e contemporanea, scrisse diverse composizioni di musica corale e in Italia un nome eccellente è quello di Bruno Bettinelli.
Nelle opere liriche il coro è un elemento conduttore della rappresentazione, a cui vengono assegnati ruoli diversi in base alla storia narrata: può essere il chiacchiericcio popolano che spiega una scena, oppure rappresentare riflessioni ad alta voce di un gruppo di sacerdoti o, più in generale, creare l’ambientazione dell’opera.
Il celebre canto corale “Va pensiero” di Giuseppe Verdi, tratto dalla sua opera lirica “Nabucco”, diventerà l’inno delle rivoluzioni degli anni Quaranta.
Far cantare all’unisono persone con timbri di voce ed estensioni diverse non è così scontato. Il maestro di coro deve poter valorizzare le specificità di ogni corista, nella suddivisione per generi vocali e arrangiare le canzoni che si vogliono interpretare per una polifonia di voci.
Il canto corale non è sinonimo di canto liturgico, di Santa Messa, basti pensare al coro che accompagna le esibizioni canore al festival di Sanremo o ai film “Sister Act” e “Sister Act 2” che hanno messo in evidenza come questo genere di performance canora sia aperta a tutte le età, a tutti i generi musicali e non si basa solo su canti ad una voce sola, tipici delle liturgie dei passati canti gregoriani, ma soprattutto su esibizioni polifoniche di cui l’Italia si è ritagliata un posto di rilievo sia in ambito corale in senso stretto, sia come sede di prestigiosi concorsi internazionali di canto corale: Arezzo, Gorizia e Vittorio Veneto.
A livello locale, i cori amatoriali sono visti spesso come, appunto, cori di chiesa ecco perché la corale polifonica “Riviera delle Palme” di San Benedetto del Tronto – Presidente Licia Infriccioli – è uscita da questo cliquè arricchendo il suo repertorio con brani di musica d’autore come Guccini e Fabrizio De Andrè.
La Presidente Licia Infriccioli, il Maestro Fabrizio Urbanelli e il corista Stefano Almonte Lalli, insieme ad una delegazione della corale, sono entrati nello studio di radiostudioerre.it di Pagliare del Tronto nel contest “Urban Talent” – programma di riferimento per realtà musicali di talento locali e nazionali (interviste ed esibizioni via web) – per raccontare la loro esperienza ed esibirsi dal vivo per far assaggiare, ai tanti web ascoltatori sparsi in tutto il mondo, spezzoni del loro repertorio canoro.
Il Maestro Fabrizio Urbanelli dal 2000 dirige un coro di trenta elementi il cui repertorio spazia dai canti tradizionali in dialetto locale, nazionali, internazionali e cantautori italiani.
Il coro è accompagnato da diversi musicisti professionisti che formano la parte orchestrale del gruppo con le sezioni di fiati, corde, pianoforte, tastiere, percussioni, archi e fisarmonica.
Stefano Almonte Lalli, voce, chitarra e charango – una piccola chitarra di tradizione sudamericana che viene suonata pizzicando le corde – racconta la filosofia che tira le fila della loro passione per il canto ai microfoni di radiostudioerre.it: “Noi siamo un coro atipico. Non è il classico coro di Chiesa, religioso o simil-religioso. A diverse partecipazioni liturgiche anche piuttosto importanti, noi ci cimentiamo in canti in vernacolo di San Benedetto, oppure con cantautori come Fabrizio De Andrè, Gianni Morandi, Francesco Guccini, Renato Carosone, fino ad arrivare anche a Mozart”.
La loro attività non si limita al contesto cittadino, ma spesso si esibiscono all’estero:”Andiamo all’estero – spiega Almonte Lalli – portando brani di Ariel Ramirez, compositore argentino degli anni Sessanta di cui cantiamo “Misa Criolla”, oppure brani sudamericani, spagnoli, argentini. Tutte le nostre interpretazioni sono sempre fatte dal vivo non utilizzando mai delle basi musicali perché il nostro gruppo dispone di diversi musicisti che coprono i vari ruoli richiesti dall’esecuzione di un brano”.
Nella loro programmazione estiva sono previsti, al momento, tre appuntamenti: il 24 giugno in centro a San Benedetto del Tronto; al Teatro del Centro Pacetti a Centobuchi-frazione di Monteprandone; ad agosto a Pagliare del Tronto.
http://www.cororiviera.it/index.php?pagina=chisiamo&qp=12&cm=c1
http://www.radiostudioerre.it/player/