La storia del blackjack e perché può essere considerato uno sport della mente

Ci sono giochi che hanno attraversato le epoche e le varie fasi della storia dell’uomo e si sono tramandati fino a noi. Altri, invece, seppur mantenendo le proprie specifiche peculiarità, si sono piano piano trasformati e oggi sono sbarcati anche nel mondo del gaming online. E in questa categoria rientra proprio la disciplina di cui parleremo in queste righe: il blackjack. Un gioco che, come stiamo per scoprire ripercorrendone la storia, è considerato ben più che un semplice intrattenimento.

Iniziamo proprio dalle tappe storiche. Leggenda narra che il blackjack nacque addirittura nel 1700 come evoluzione del Baccarat. Inizialmente si chiamava semplicemente 21 (“Vingt-et-Un”) e le partite avevano uno svolgimento leggermente diverso dall’attuale con una serie di mani consecutive che si susseguivano finché un giocatore non raggiungeva il punteggio stabilito.

È solo nel 1800 con l’arrivo negli Stati Uniti che il blackjack cambiò nome e assunse le regole attualmente più conosciute. Un nome che deriva dalla combinazione di carte allora ritenuta più difficile da ottenere, quella tra il jack e l’asso di picche. Da quegli anni si sono aperte due strade, una che ha visto il gioco trasmettersi immutato fino a oggi. L’altra che ha apportato alcune modifiche al regolamento base.

Oggi, infatti, il blackjack si è evoluto ed è disponibile in moltissime varianti. Se vogliamo conoscerle e vogliamo scoprire cos’è il blackjack 21+3, una delle ultime arrivate e più interessanti, il consiglio è di visitare le principali piattaforme di gioco online come PokerStars Casino.

Piattaforme in cui mettersi alla prova e in cui capire perché il blackjack è molto più che un facile gioco con poche regole.

C’è infatti un’altra tappa fondamentale nella storia della disciplina che ha contribuito a cambiarne la percezione: l’uscita, negli anni ‘60 dello scorso secolo, del testo “Beat the Dealer”, scritto dal professor Edward Thorp. Nel libro si inizia a parlare di regole matematiche, probabilità e calcoli molto complessi applicabili al blackjack.

È la svolta. Da lì il “21” si espande a livello globale attirando le attenzioni non soltanto dei giocatori, ma anche di illustri scienziati e matematici.

Basti pensare all’enorme mole di studi che sono stati fatti dalla comunità scientifica in merito alle abilità stimolate dalla disciplina e dagli effetti che giocare a blackjack ha sul cervello. Un famosissimo studio canadese ha dimostrato che giocare con le carte ha effetti positivi sui pazienti colpiti da ictus perché stimola la ripresa delle funzioni cerebrali e di quelle motorie.

In più il blackjack ha anche altre frecce al suo arco. In primis è un gioco che aiuta ad allenare la concentrazione e spinge a prendere decisioni in breve tempo con informazioni parziali disponibili. Un vero toccasana per mantenere la mente attiva e per rallentare l’invecchiamento del cervello.

In secondo luogo questa disciplina è in grado di migliorare le capacità strategiche dell’individuo. E non soltanto quelle. Calcolare il valore delle carte, valutare le possibili combinazioni e allo stesso tempo provare a interpretare le mosse del banco e degli altri avversari. Sono tutte azioni legate al blackjack che stimolano le doti di calcolo dei neuroni e migliorano le abilità matematiche.

L’ultimo dato rilevante che è sempre importante sottolineare è l’aspetto comunitario del gioco del blackjack. Anche se siamo amanti della versione online ci troviamo “costretti” a interagire con il banco e con gli avversari. Avversari che possono essere addirittura in carne e ossa se scegliamo una piattaforma che permette di giocare live. Una componente sociale utilissima per stimolare i rapporti e il dialogo e per far nascere nuove relazioni.

Esistono moltissime discipline che, a ragione, possono essere considerate come sport per la mente. Il sudoku, l’enigmistica, gli altri giochi di carte, addirittura i videogiochi di più moderna concezione. Ma un mix di facilità, abilità, strategia e utilità come quello del blackjack è difficile da replicare. Ed è proprio per questo motivo che la bibliografia e la cinematografia dedicate a questo gioco nato nel 1700 sono ancora oggi così vaste e diversificate.

Commenti

commenti

Articoli Correlati

Loading...