Lettere al Direttore / A proposito di Movida, gli assembramenti sono tanti

di Tonino Armata (presidente onorario ass. Città dei Bambini)

Gent.mo direttore

La movida — specie se sotto le finestre di casa — ha tutte le caratteristiche per risultare odiosa a chi non ne sia parte. Rimanere impigliati con l’automobile in certi bivacchi giovanili di vicolo o di piazzetta mette ansia quanto incappare nelle greggi transumanti, non puoi avanzare e neanche retrocedere, devi solo spegnere il motore e aspettare che le pecore passino.

Ciò detto, e aggiunto che la movida notturna è stata impareggiabile fonte di libertà della mia vita artistica di ieri, di oggi e di domani (un classico del ridicolo, insomma), non è giusto che la pubblica esecrazione, in fatto di assembramenti, si concentri sulla sola movida, ormai trattata alla stregua di proterva processione di devoti alla morte.

Ci sono crocchi di anziani senza mascherina, davanti ai bar, che in pochi metri quadrati concentrano sputacchi quanti ne basterebbero per un congresso di epidemiologia. E festose riunioni di famiglia, grigliate multiple, bagordi tra congiunti, che meriterebbero la censura dell’Oms almeno quanto l’assalto al guacamole e alle olive ascolane nei baretti fighetti del Centro Città.

Il virus, a differenza di noi, non ha etica. Intacca indifferentemente le processioni religiose e lo struscio in cerca di seduzione, il concerto punk e il Tedeum affollato. Quale sia il movente dell’assembramento, lui è sempre invitato. E dunque la movida, in questo senso, non è più scellerata di un corteo di prefiche che accompagna il feretro, o di cinefili in coda per vedere Godard.

Assembrarsi per futili motivi o per le ragioni più alte non cambia la ruvida sostanza igienica: non bisogna assembrarsi, né a vent’anni per tracannare porcate, né a ottanta per giocare a ramino.

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