Lettere al Direttore / La vita di chi ama leggere è sempre un’avventura

di Tonino Armata

SAN BENEDETTO – Egregio direttore, per fortuna ci sono almeno i libri, a resistere, a farci compagnia in questo tempo silenziato dalla pandemia. Chi ama i libri sa che sono ancore a cui aggrapparsi contro la solitudine. Lo ha capito il governo, che ha lasciato aperte le librerie anche nelle zone rosse, riconoscendo ai libri di essere un bene essenziale in questi giorni di privazioni, senza cinema, senza musei e senza grandi occasioni di svago.

Certo, come in tutte le cose, ci possono essere alti e bassi: periodi in cui ci sentiamo un po’ svogliati e pigri, e altri in cui non potremmo proprio fare a meno della lettura. Quello che è certo, però, è che i libri sono una costante della nostra vita. Per questo abbiamo preparato un articolo che mette a fuoco gli “stadi del lettore”: le tappe che ognuno di noi deve affrontare nel corso del tempo in nome della propria passione… E voi, in quale fase siete?

Sono stadi che ogni lettore conosce, e affronta, almeno una volta nella vita, voi a che stadio siete?

1. Scoprire i libri

2. Innamorarsi dei libri

3. I libri come identità

4. I libri come sostituti dell’interazione umana

5. I libri come intollerabile frustrazione

6. Basta libri

7. Riscoprire i libri

8. Accumulare libri

9. Trasmettere i libri alla prossima generazione

Il libro come metamorfosi. Premetto: non mi interessa la storia della letteratura, non mi interessa il progetto della letteratura. Mi interessa come era il lettore prima di leggere un libro e come è diventato dopo averlo letto.

Nel nostro paese solo un terzo della popolazione, a partire dai 14 anni, legge e compra almeno un libro all’ anno. Gli acquirenti più attivi sono per la prevalenza laureati o diplomati, risiedono tra il Nord e il Centro-Italia e hanno un profilo giovane (specie la fascia dai 25 ai 34 anni).

Il ritratto dell’Italia che legge, scaturito dall’ indagine Nielsen, non si distanzia di molto dai dati dell’Istat, però rivela aspetti inediti, perché inedite sono le modalità: è una mappatura sistematica con cadenza trimestrale, introduce parametri sul contesto famigliare ed avviene subito dopo l’acquisto dei libri. Non sorprende la prevalenza femminile dell’acquisto e della lettura (i maschi eccellono solo per i libri umoristici), però può colpire che su Internet comprino più gli uomini (gli italiani acquistano più in rete che al supermercato).

La categoria più attiva è quella della new family (famiglie con i figli sotto i sette anni), ma in un paese di anziani incide di meno nel mercato. Tra i generi prediletti c’ è la narrativa (gialli e thriller) e la letteratura: ad acquistarla di più sono le donne e i giovanissimi (fascia 14-19 anni). Per la saggistica gli acquirenti superano i lettori. E i classici? Una prevalenza di lettori molto giovani e meridionali.

Il trimestre indagato è condizionato dal Natale (così il numero degli acquirenti supera quello dei lettori). Solo il 40 % legge libri che ha acquistato nel mese precedente: il 53% l’aveva già in casa. Il prestito privato supera quello pubblico: solo il 15 % va in biblioteca.

Se i miei nipoti vivranno in un mondo nel quale i libri continueranno ad avere un ruolo vitale, nel quale i romanzi saranno conosciuti e attesi come i film e i videogame, sarà grazie alle persone che leggono i libri.

In effetti, quando l’Istat pubblica le statistiche sulla lettura, l’attenzione della stampa è sempre rivolta a chi non legge, al bicchiere mezzo vuoto. Ma i lettori italiani, anche se sono poco più del 40%, sono attenti, partecipi, popolano i festival lungo tutta la penisola, amano i libri e chi li scrive.

La cultura senza partecipazione, senza il desiderio di includere, è sterile. Nell’ultimo periodo sono scomparsi quattro grandi Maestri: Umberto Eco, Umberto Veronesi, Dario Fo, Tullio de Mauro. Persone molto diverse, ma che avevano in comune il desiderio di condividere la propria passione e di contagiare i giovani.

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