Overtime: il successo de La Collettiva ora guarda fuori dalle Marche

MACERATA – Grande interesse ha ottenuto la mostra di Overtime FestivalLa Collettiva”. Allestita nello spazio Gaba.Mc di piazza Vittorio Veneto, promossa e realizzata grazie al contributo di Mosca SRL e alla collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, ha visto in esposizione opere di 39 artisti, che hanno interpretato il legame tra sport e aspetti numerici, tra cui Davide Barco, Francesco Poroli, Osvaldo Casanova, Paolo Castaldi e l’irriverente Pois.

Il successo dell’esposizione, oltre alla forte presenza di pubblico, è confermato in questi giorni dal fatto che “La Collettiva” è stata richiesta per essere esposta in altri Comuni italiani. Ancora una volta Overtime, rassegna organizzata da Pindaro Eventi, riesce a far parlare del Festival e di Macerata al di fuori dei confini regionali.

La prima sala di ingresso è stata dedicata ai legami dello sport con il sociale, grazie ai riferimenti delle opere di Morden Gore (68), di Salvatore Liberti (illustrazione dedicata al pugile zingaro Johann Trollmann), di Daniele Simonelli (immagine dedicata a Megan Rapinoe e al suo ruolo nella critica alla politica discriminatoria del presidente Trump), di Pois che ha posizionato uno dei suoi soliti “bolli” sul disco originale del 1962 “La partita di pallone” di Rita Pavone, richiamando con la scritta “Special price h. 14.30” la mercificazione del calcio spezzatino che non ha più un orario per tutte le partite domenicali.

In bella vista, sempre in ingresso, anche le opere “Liquid time” di Luisa Tosetto e “L’attesa” di Andrea De Santis. Proprio quest’ultima opera richiama una tuffatrice che si sta proiettando verso una piscina stilizzata a forma di “10”. Non un caso, ma una voglia di pensare già alla prossima edizione, quella del decennale di Overtime.

Nella sala di sinistra, sono state individuate illustrazioni legate a icone di sport. Tra queste il ricordo dei numeri 10 del calcio di Paolo Castaldi, autore che ha partecipato a Overtime anche con la presentazione dellla graphic novel “Zlatan”, gli omaggi al Cagliari tricolore di 50 anni fa (opera di Riccardo Cecchetti) e a Felice Gimondi recentemente scomparso (opera dello spagnolo Miguel Soro). Ma anche il 19.72 di Pietro Mennea a cura di Mauro Cicarè, il “perfect ten” di Nadia Comaneci disegnato dal vicentino Osvaldo Casanova, caratterizzato dallo stile pulito e preciso come quello della ginnasta romena.

Lo spazio espositivo ha raccolto anche le opere di Gianni Puri (The running man richiama la maratona intesa come icona di sport), “Il primo Coppi e l’ultimo Malabrocca” di Roberto Lauciello, “Ondue” di Elisa Caroli (una onda a forma di due su cui surfare). E ancora, l’inno alla libertà di fare movimento e sport oltre gli stereotipi (“Tutti possono” di Agnese Innocente che rappresenta un uomo che pratica la lap dance), “L’incognita sportiva” di Daniele Bart.Salvemini, l’ombra raffigurante un uno di Marino Neri, la corsia n.4 della Federica Pellegrini disegnata da Oscar Diodoro, l’ “Infinito Pacquiao” di Cecilia Valagussa, incentivo a fare sport oltre i limiti di età, così come dimostrato dal pugile filippino.

Al centro della stanza un commovente ricordo, sempre ideato da Pois, di Gino Bartali. Una bicicletta appartenuta al “Ginaccio nazionale” appoggiata su una scritta bianca “800”. Bianca come la purezza del gesto che ha accompagnato per mesi Bartali durante la seconda guerra mondiale; “800” come le vite che lo stesso ciclista toscano ha salvato con la sua bicicletta, permettendo la sopravvivenza a tante famiglie ebraiche perseguitate dal nazismo.

Quindi un’area tematica dedicata al basket, firmata da autorevoli illustratori: Davide Barco con il suo “And one”, Francesco Paroli che ha illustrato “sua santità” Michael Jordan, Davide Bonazzi con il suo number “3”, Shaquile O’Neal disegnato da Andrea Dalla Barba e “The city game” di Chiara Lanzieri.

L’ultima stanza con un omaggio romantico e vintage dedicato al baseball grazie a “37 e altri numeri” di Federico Appel e “Bot baseball” di Simone Massoni e due lavori che vedono lo sport intimista come “2019” di Alberta Pota e “I numeri delle acrobate” di Camilla Zaza. E poi lavori di collettività: esposti il “555” di Michelangelo Manente (richiamo agli schemi del mitico Oronzo Canà impersonificato da Lino Banfi in “L’allenatore nel pallone”), “Zero con zero” di Ninamasina, “Una testa” di Monica Rossi, “Derby time” di Margherita Barrera. E ancora il richiamo alla graphic novel dedicata a Gianfelice Facchetti a cura di Davide Castelluccio, “Match” del francese Gregory Panaccione, la coppia dei numeri disegnata dalla ginnasta di Amalia Mora. E infine i numeri collettivi del fermano Daniele Ripani, i 12 mesi in bicicletta di Massimiliano Aurelio e “Running people” di Federica Del Proposto, occasione per ridere insieme sugli stereotipi dei “corridori urbani”.

NOMI DEGLI ARTISTI CHE HANNO ADERITO

AGNESE INNOCENTE

ALBERTA POTA

AMALIA MORA

ANDREA DALLA BARBA

ANDREA DE SANTIS

CAMILLA ZAZA

CECILIA VALAGUSSA

CHIARA LANZIERI

DANIELE BART.SALVEMINI

DANIELE RIPANI

DANIELE SIMONELLI

DAVIDE BARCO

DAVIDE BONAZZI

DAVIDE CASTELLUCCIO

ELISA CAROLI

FEDERICA DEL PROPOSTO

FEDERICO APPEL

FRANCESCO POROLI

GIANNI PURI

GREGORY PANACCIONE

LUISA TOSETTO

MARGHERITA BARRERA

MARINO NERI

MASSIMILIANO AURELIO

MICHELANGELO MANENTE

MIGUEL SORO

MONICA ROSSI

MORDEN GORE

NINAMASINA

OSCAR DIODORO

OSVALDO CASANOVA

PAOLO CASTALDI

POIS

RICCARDO CECCHETTI

ROBERTO LAUCIELLO

SALVATORE LIBERTI

SIMONE MASSONI

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