Piccolo Teatro Ascoli Piceno: il tartufo bianco al centro della serata di successo dello chef Maurizio Coccia

ASCOLI – E’ stato un menù con piatti unici, dedicato all’esaltazione del tartufo bianco, quello applaudito mercoledì 30 novembre dai commensali, nella serata evento dello Chef Maurizio Coccia andato in scena al ristorante Piccolo Teatro, ad Ascoli Piceno.
Roast beef all’inglese, con gocce “d’oro” d’oliva tener ascolana, quadratino di mais croccante, con fonduta di fontina Dop, cappellacci di grano solina dello Chef, con cuore di ricotta vaccina, carrè di suinetto marchigiano in souse vide, arrostito su cremosa di patata rossa di Colfiorito Igp: ogni portata ha visto copiose cascate di Bianco a lamelle. Per finire mousse al cioccolato bianco Callebaut su cenere di cacao amaro; il tutto accompagnato dai vini della Tenuta Spinelli, della Marchesi De’ Cordano, della Castefeder e della Cantina di Castignano. Ciliegina sulla torta con l’atto finale, che portava la firma del precedente titolare del ristorante, Luca De Cesaris, che con i distillati e amari del suo nuovo progetto gustati al Piccolo Teatro, Ngricca, è da tempo lanciato verso nuovi traguardi.
La regia era ovviamente dello Chef Maurizio Coccia, che della sperimentazione e alchimia dei cibi ha fatto negli anni uno dei suoi cavalli di battaglia, senza perdere il gusto per la semplicità della tradizione culinaria del territorio: per la serata  Il tartufo bianco pallido dall’accostamento di pochi ingredienti scelti, ogni piatto di Coccia è stato progettato col fine ultimo di esaltare le note e gli effluvi del pregiato tubero.
Perché pallido, è stata una delle prime domande che si sono posti i commensali, leggendo il titolo dell’evento.”Il tartufo Bianco Pallido”: a rispondere alla curiosità è stata la titolare e maìtre del ristorante, Giulia Rossi, che con lo chef Maurizio Coccia ha accolto gli applausi al termine della serata, insieme con Annarita Angellozzi dell’azienda Tartufo del Poggio:
“Volevamo distinguere questo nuovo format, dagli eventi a tema esistenti e giocando con le parole abbiamo provato ad associare, quello che un tempo veniva riconosciuto come «pallore elitario» (o nobiliare), al colore del pregiato Tuber Magnatum. Siamo felici per il risultato e i consensi ottenuti da parte di quanti hanno scelto di esserci”.

 

 

 

 

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