PORTO SAN GIORGIO – Si apre giovedì 10 novembre alle ore 21.15 presso il teatro comunale di Porto San Giorgio, la quinta edizione di “Parlare Futuro”, lezioni d’autore. La novità della fortunata rassegna, in questo tormentato 2016, è l’aver allargato la rete dei Comuni che partecipano al progetto. Per il quinto compleanno, il ciclo di incontri annovera ben quattro Comuni del fermano e maceratese: Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio, Sant’Elpidio a Mare, Monte San Giusto. Il ciclo di incontri è promosso dagli assessorati al turismo e alla cultura dei Comuni coinvolti e con il contributo di numerosi sponsor privati.
La rassegna che negli anni passati ha ospitato intellettuali del calibro di Umberto Galimberti, Dacia Maraini, Telmo Pievani, Oliviero Beha, Luca Fantacci torna a discutere di futuro e delle sue mille complesse implicazioni dal 10 novembre al 14 dicembre, e lo fa con la consolidata formula di un pubblico interrogante, che molto spesso non si accontenta, scava, chiede, approfitta della presenza degli ospiti. L’obiettivo della rassegna è stato fin dall’origine quello di aprire un dibattito e alimentarlo col contributo di ognuno, magari guidati da un fil rouge che quest’anno sembra essere impegnativo: il labirinto.
Il mito del labirinto attraversa tutta la cultura occidentale, il labirinto come archetipo, ma anche come metafora volta alla rappresentazione della realtà, in cui il viaggio diventa esterno ed interno all’essere umano. La doppia valenza del transito volto alla ricerca di una via d’uscita ha le sue complesse implicazioni. Infatti, il labirinto è , forse, il mitologema più emblematico e quello che meglio rappresenta una molteplicità di percorsi volti ad esperire il reale, ma è anche simbolo della trasformazione interiore, della necessità di accettare il rischio del viaggio, del transito, della metamorfosi che ad esso si accompagna.
Quindi, il labirinto come simbolo della realtà contemporanea, del viaggio dell’essere umano, del suo percorso interiore, del suo transito verso una via d’uscita, ma anche simbolo della drammaticità della scelta di fronte alla molteplicità delle possibilità, metafora della vertigine dello spaesamento e della paura di perdersi e della necessità dell’imparare a smarrirsi senza perdere se stessi. Il labirinto come viaggio all’esterno e all’interno , come incontro con l’arcano che alberga nell’esistente ma anche dentro ogni essere umano, l’incontro con la propria ombra. Quella che ci aspetta, si prefigura, quindi, come una avventurosa e caleidoscopica indagine sul futuro, un’operazione ardita ma possibile data l’autorevolezza degli ospiti: Gianluigi Nuzzi, Paolo Crepet, Piergiorgio Odifreddi, Aldo Cazzullo e Barbara Alberti. Cinque appuntamenti in quattro comuni differenti con una sfaccettata molteplicità di temi che richiamano al fil rouge della rassegna.
E’ affidata a Gianluigi Nuzzi, giornalista di Quarto Grado e autore di una delle più controverse e discusse inchieste sul Vaticano, l’onere e l’onore dell’apertura. Il noto scrittore affronterà il tema del segreto, il segreto e il diritto di cronaca, il diritto, in una democrazia compiuta, di informare i lettori, la massa di coloro che il più delle volte, il potere o i poteri, vorrebbero lasciare nella più totale inconsapevolezza dei fatti. Il segreto attraversa la storia della nostra Repubblica ed è anche la linea guida per capire il mistero sotteso a tanti fatti accaduti nel presente e nel passato presente. Un tema ricco di implicazioni che sono il punto di partenza per una discussione sul significato della democrazia, sul diritto all’informazione, sulla deontologia professionale dei giornalisti e i loro rapporti con i cosiddetti poteri forti, sulla collocazione dell’Italia agli ultimi posti nella libertà di informazione. La via è quella tracciata dai casi giudiziari affrontati dal cronista e sulle inchieste in atto e in itinere. Un ampia gamma di problematiche attuali come non mai.
Gianluigi Nuzzi conduce Quarto grado su Rete Quattro, è inviato di «Panorama» dopo aver lavorato a «Il Giornale» e collaborato con il «Corriere della Sera», dal 1994 segue le più rilevanti inchieste giudiziarie con implicazioni politiche e finanziarie del nostro Paese. Negli ultimi anni i suoi scoop hanno fatto scandalo e determinato nuove indagini come nella guerra tra l’ex ministro Vincenzo Visco e l’ex numero uno della Guardia di finanza Roberto Speciale, le intercettazioni di Piero Fassino e Giovanni Consorte («Allora Gianni siamo padroni di una banca?») e quelle di Gianpiero Fiorani e Antonio Fazio («Tonino ti darei un bacio in fronte») nell’inchiesta sulle scalate a Bnl e Antonveneta o, più recentemente, quelle dell’allora premier Romano Prodi.
Nel 2009 è autore di di Vaticano SpA (Chiarelettere), autentico caso editoriale: giunto a quattrodici edizioni, per un totale di più di duecentomila copie vendute, Vaticano SpA è stato tradotto e venduto in molti paesi stranieri.
Nel 2010, per le edizioni Chiarelettere, esce Metastasi, scritto con Claudio Antonelli e basato sulla testimonianza dell’ex collaboratore di giustizia Giuseppe Di Bella.
Nel maggio 2012 esce un’inchiesta (Chiarelettere) basata su documenti riservati. Si intitola Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI, e ottiene subito grande successo. Nel 2015, sempre per Chiarelettere, crea un nuovo scandalo un altro libro sul Vaticano: Via Crucis.
“Continua con successo la collaborazione con la professoressa Salvucci -dice l’ assesosre alla cultura di Porto San Giorgio Catia Ciabattoni- che ci ha visti insieme nel festival “Non a voce sola” e in “Meet in villa”. Sono soddisfatta del fatto che ‘Parlare futuro’ s’inauguri a Porto San Giorgio e apra la kermesse con Gianluigi Muzzi, figura che abbiamo cercato per mesi e che finalmente accogliamo. Siamo certi che l’appuntamento vedrà in teatro una consistente partecipazione, con temi di indiscusso interesse, curiosità e suggestione”.
“Si tratta -spiega Oriana Salvucci, direttore artistico della rassegna- della quinta edizione di un ciclo di incontri intesi fin dall’inizio come laboratorio per il futuro, il futuro percepito come possibilità, come spazio aperto, come dipendente dalle nostre decisioni. Quest’anno la novità è rappresentata dalla rete di Comuni che hanno aderito all’iniziativa e che vogliamo consolidare nei prossimi anni. Altro motivo di interesse è sicuramente il fil rouge, la scelta del labirinto nella sua doppia valenza di interno ed esterno come chiave di interpretazione del reale , ma, anche e soprattutto della complessità della natura umana. Il labirinto è forse il mitologema più adatto a rappresentare la complessità della contemporaneità, la molteplicità delle possibilità e nello stesso tempo l’incertezza di tempi insicuri e malfermi. Nello stesso tempo è anche il simbolo della vita, la vita è labirinto e il labirinto è vita, del percorso di metamorfosi e crescita interiore che ogni essere umano intraprende dal momento in cui viene al mondo. Conoscere la realtà e conoscere se stessi attraverso il labirinto, che significa anche spaesamento, necessità di imparare a smarrirsi senza perdere se stessi, conoscere il mistero che è in noi oltre che all’esterno di noi”.