Provincia di Ascoli Piceno al 26esimo posto nella classifica della qualità della vita, la soddisfazione del sindaco Pasqualino Piunti

SAN BENEDETTO – Il passaggio della Provincia di Ascoli Piceno dal 41° posto del 1990 al 26° di quest’anno nella graduatoria degli indici di qualità di vita elaborata da “Il Sole24ore” è stata accolta con viva soddisfazione dal sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti, “di una città-scrive- che fornisce a questo ottimo risultato un contributo non indifferente”.

“Non si possono leggere diversamente -aggiunge il primo cittadino rivierasco- gli ottimi piazzamenti conseguiti nel numero di attività commerciali destinate alla somministrazione di alimenti e bevande (15° posto), nella densità di spettacoli e proposte culturali (23° posto), nel numero di bambini che praticano sport (21° posto), nel numero di posti letto in strutture alberghiere (27° posto).

Che la vivacità del territorio costiero abbia un nesso stretto con il sesto posto ottenuto dalla Provincia per numero di imprese registrate ogni 100 abitanti, il 20° per numero di imprese commerciali, il 19° per numero di imprese in rete e il primo assoluto per la presenza di start up innovative, mi pare altrettanto evidente.

Mi piace ancora evidenziare il ruolo che senza dubbio San Benedetto gioca nel posizionare la Provincia tra quelle dove si registrano numeri molto bassi di denunce per violenze sessuali, estorsioni e rapine. Mi sia permesso qui un richiamo all’impegno che dedico al tema della tutela delle donne sin da quando ero vicepresidente della Provincia, impegno che prosegue  con le azioni che la mia Amministrazione conduce nel contrasto ad ogni forma di violenza con il supporto di professionisti ed esperti e il prezioso supporto di Questore e Prefetto che ho sempre sentito vicini.

Questi indicatori -conclude il sindaco Piunti- ci restituiscono l’immagine, confortata da dati oggettivi, di  un’area in cui si vive piuttosto bene. Sarebbe bello se tutti, ciascuno per la sua parte, si impegnassero a dare il proprio contributo per difendere e migliorare questi standard, abbandonando lo sport, sin troppo praticato, dell’autoflagellazione”.

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