
SAN BENEDETTO – Quando sembrava che la crisi della Samb fosse ormai alle spalle ecco il passo falso che non ti aspetti. La sconfitta casalinga con il Forlì rappresenta un evidente passo indietro rispetto alle ultime prestazioni. Certo, non si è mai visto un gran calcio, ma almeno l’approccio alla gara è stato subito incisivo. Contro i romagnoli, invece, è stato regalato un tempo. Nella prima frazione di gioco, il Forlì schierato da Gadda con un solido 5-3-2 è stato protagonista in campo, tenendo sempre in mano il pallino del gioco. La Samb non si è mai affacciata nell’ area avversaria andando a cozzare con la linea Maginot predisposta dal tecnico ospite ed evidenziando ancora l’assenza di un play maker di ruolo e di un punto di riferimento in avanti.
Sanderra ha confermato l’undici delle ultime domeniche e forse chi è sceso in campo non ha risposto alle attese. A Damonte non si può chiedere di coprire i buchi a centrocampo ed allo stesso tempo di impostare se non viene supportato dai compagni di reparto. Sabatino correva a vuoto e il giovane Vallocchia è parso l’ombra di se stesso. E poi Agodirin è stato sovrastato fisicamente dall’ ex Conson, non toccando praticamente un pallone. Di Massimo è tornato quello dell’ era Palladini, inconsistente ed impalpabile dopo che, nelle ultime domeniche aveva dato segnali incoraggiante. Il giovane attaccante si è visto solo nella ripresa quando su punizione (34’ st) ha impegnato nella respinta Turrin.
Anche Mancuso è stato ben francobollato dai difensori del Forlì ma ha avuto la zampata del bomber facendosi trovare al 90’ al posto giusto sullo spizzo aereo di Bernardo. A quel punto la Samb si doveva accontentare del punto conquistato ed invece ecco il patatrac. Rossoblù in dieci per l’uscita di Mori (taglio allo zigomo) dopo uno scontro aereo con Radi. Di Massimo perde palla ed innesca così la ripartenza del Forlì finalizzata alla grande da Spinosa. Un errore di generosità da parte di Pezzotti e compagni pagato a caro prezzo.
Ma se si va ad analizzare tutta la partita bisogna anche dire che con il pareggio conquistato la Samb si doveva accontentare. Non si può pretendere di vincere l’incontro con soli tre tiri nello specchio della porta ospite nell’arco dei novanta minuti, troppo poco. Nel primo tempo, di marca spiccatamente romagnola, i rossoblù non si sono mai avvicinati alla porta difesa da Turrini. L’incapacità di costruire gioco e la mancanza di fisicità in fase offensiva sono stati determinanti. Ma anche il Forlì ci ha messo del suo con un 5-3-2 molto accorto. La formazione romagnola è stata anche abile a provare e poi a sfruttare le ripartenze, soprattutto nella ripresa. Nella ripresa dopo 30 secondi è Pezzotti con una conclusione da fuori ad impegnare Turrin. Poi ci prova di Massimo (4’ st) di testa con palla sul fondo. Al 22’ il Forlì passa in vantaggio. Succi, entrato da tre minuti, pesca Ponsat solo in area e per il numero undici romagnolo è un gioco da ragazzi battere Pegorin.
La Samb reagisce tanti i palloni buttati in avanti ma senza costrutto. Sanderra si gioca prima la carta Bernardo al posto di Agodirin e poi ecco Bacinovic per Damonte al 24’ st due minuti dopo il vantaggio ospite. Il centrocampista sloveno, pur non in condizione, cerca di dare alla squadra le giuste geometrie. Al 33’ l’episodio che poteva permettere alla Samb di pareggiare. Un cross di Pezzotti dal limite dell’ area viene intercettato con un braccio da Adobati. Per tutti il difensore romagnolo era in area. Ma non la pensa così Guarnieri di Empoli che assegna solo una punizione dal limite. Di Massimo impegna Turrin nella respinta.
Al 44’ st Mori esce dal campo dopo uno scontro con Radi e passa solo un minuto che la Samb perviene al pareggio con Mancuso abile a finalizzare un assist aereo di Bernardo. I rossoblù si gettano in avanti ed arriva così la beffa finale firmata Spinosa. Insomma le problematiche tecniche restano in attesa che i nuovi arrivi entrino in condizione. Ed ora inizia il ciclo terribile. Prima la trasferta di Parma e poi il Venezia in casa. Ed in queste partite occorrerà tutt’ altra Samb.