SAN BENEDETTO – Nella serata di domani, venerdì 3 agosto, del 25esimo Premio Libero Bizzarri, la Palazzina Azzurra ospiterà un confronto tra calcio e rugby: “Così lontani e così vicini”. Ospiti della serata Pierluigi Camiscioni, campione della palla ovale sambenedettese doc, Salvatore Perugini (Vicepresidente FIR Italia), Antonio Pellegrino (Responsabile Comunicazione e Relazioni Media FIR Italia), Massimo Alfonsetti (Campione d’Italia nel ‘94 L’Aquila Rugby), Maurizio Longhi (Presidente Comitato Fir Marche).
Protagonista del confronto sarà l’Unione Rugby Sambenedettese, una splendida realtà del nostro territorio che si è consolidata negli anni fino a costruire una nuova casa per la palla ovale: grazie alla partnership con il Comune, l’Unione Rugby ha saputo riqualificare una zona abbandonata a sé stessa del quartiere Agraria rendendola la dimora del rugby cittadino. L’impianto sportivo è dotato di due campi da gioco, spogliatoi, la club house per il terzo tempo e una piccola esposizione dei cimeli del rugby.
L’unione Rugby San Benedetto nasce nel 2011 dalla fusione di due club: Rugby Samb e Legio Picena Rugby. Si tratta di un progetto ambizioso: unire le forze di un intero territorio per lo sviluppo dello sport della palle ovale. Il 5 Novembre 2014 l’Unione Rugby San Benedetto inaugura il nuovo impianto sportivo alla presenza della Nazionale Italiana di Rugby.
Fino a quel momento a San benedetto del Tronto il Rugby dava vita alle sue attività nel glorioso ma attempato stadio F.lli Ballarin. C’era bisogno di una nuova casa, e nel 2014 si concretizza la possibilità di una partnership con il Comune di San Benedetto del Tronto, per la realizzazione dii un nuovo impianto sportivo presso il quartiere Agraria, su un’area dismessa e in abbandono. Grazie all’impegno di tanti volontari un sogno è diventato oggi realtà. Ora il Rugby a San benedetto ha una splendida casa con due campi da gioco spogliatoi ed un’area/ambiente per il Terzo Tempo con tanti cimeli della palla ovale.
Perché il calcio e il rugby sono diversi? Entrambi sono sport di squadra che si effettuano con un palla e con l’obiettivo di segnare punti nell’area avversaria; sulla diversità invece si apre un mondo fatto di principi e tradizioni. Essi sono:
AVANZARE – nel Rugby ogni centimetro di campo che guadagni con sacrificio lottando con il tuo avversario è di vitale importanza. Mai indietreggiare, mai dare le spalle ai propri contendenti.
SOSTENERE – Nel Rugby c’è un patto di fratellanza dentro ma anche fuori dal campo, inscindibile, per cui se hai la palla in mano e sfondi le linee di difesa avversarie hai dietro di te compagni di squadra pronti a proteggerti in una contesa della palla o ad accogliere un tuo passaggio.
CONTINUARE AD AVANZARE – L’obiettivo è quello di segnare una meta nell’area avversaria; questo è possibile solo se tutta la squadra partecipa all’avanzamento con il sostegno e il sacrificio fino alla fine.
La palla nel rugby si passa indietro, gesto che sembrerebbe in contraddizione con il principio di Avanzare; ma è l’espressione massima di questo gesto: l’atleta si volta, cerca il compagno per il passaggio e con sguardo e cuore a lui affida la possibilità di avanzare quando lui non può più perché preso, placcato o semplicemente fermato.
Il Rugby è uno sport che ti insegna a vivere perché ci vuole coraggio per affrontare un avversario in campo, ci vuole coraggio a non indietreggiare mai, ci vuole coraggio per l’impatto fisico. L’avversario non è mai un nemico, bensì colui con cui esprimere la massima sportività rugbistica: senza un avversario non ci sarebbe partita. Per l’avversario si nutre il massimo rispetto: in campo per il sacrificio che anche lui mette nel gioco; fuori, perché nel nostro famoso Terzo Tempo lo troveremo insieme a noi a mangiare e bere in amicizia.
Nel rugby c’è posto per tutti, alti, bassi, magri, robusti….ed è misurato per tutti, andando da un’età minima di sei anni fino ad un’età infinita con la Old. Perché finché hai fiato nei polmoni, sangue nelle vene e passione nella testa sei un rugbista……per sempre.
A dare avvio alla serata ci sarà un documentario che appartiene alla collana #EUandme. “Debut” di Dalibor Matanic parla di un giovane fattore croato che sogna di diventare un calciatore professionista. Seguirà il consueto omaggio a Libero Bizzarri con la proiezione di “Ferenc Liszt”: la vita e le opere del grande compositore ungherese. La terza, importante proiezione ha come protagonista lo scandalo Calciopoli: sarà mostrato un brano di “Nel Paese di giralaruota. Il grande inganno di Calciopoli” di Stefano Grossi.