
SAN BENEDETTO – Il dragaggio del porto è stato oggetto del summit di questa mattina presso la Capitaneria di Porto di San Benedetto. Presenti Rodolfo Giampieri presidente Autorità Portuale Adriatico Centrale, Anna Casini vicepresidente Regione Marche, Mauro Colarossi Comandante Capitaneria di Porto San Benedetto, il sindaco Pasqualino Piunti ed una rappresentanza della marineria dell’ intero comparto. Un argomento che da tempo tiene in apprensione le forze lavoratrici che operano nel porto e che nei dovuti tempi tecnici e burocratici sembra essere vicino ad una soluzione.
“Già da domenica 14 aprile –afferma Rodolfo Giampieri– sarà effettuato un rilievo batimetrico dei fondali dell’area portuale. A seguire, partirà la caratterizzazione di tutti i fanghi dell’area portuale, passaggio necessario e richiesto dalla legge. Questo perché le sabbie di tipo A e B sono considerate di buona qualità mentre quelle in classe C necessitano di opportune misure e non possono, ad esempio, essere riversate in mare”. I rilievi saranno eseguiti dalla Metis Srl da domenica a martedì.
Tra il mese di giugno e luglio, si procederà poi allo spostamento subacqueo di somma urgenza delle sabbie per permettere così ai pescherecci di sfruttare la corsia centrale creata per entrare ed uscire dal porto. Alcuni marittimi hanno espresso perplessità e riserve per questo tipo di intervento. In tal senso si registra la risposta del vice presidente della Regione Marche Anna Cassini e del comandante della Capitaneria Mauro Colarossi. “Si tratta –rispondono- di un intervento necessario a rimuovere gli ammassi di sabbia nei punti dove le imbarcazioni toccano il fondale, per motivi di sicurezza. Ad oggi le problematiche sono evidenti ed il fatto che non si siano verificati incidenti particolarmente gravi lo si deve alla perizia ed all’ abilità dei nostri marittimi. Allo stesso tempo non sono state prese decisioni drastiche dall’ autorità marittima”.
Un’ operazione, questa, che permetterà di prendere tempo in attesta che l’ Arpam dia i dati completi sulle sabbie del porto. Una volta avuti, si potrà effettuare il completo dragaggio del bacino che, se tutto dovesse girare per il verso giusto, potrebbe anche iniziare entro la fine dell’ anno. A disposizione ci sono, al momento, 1,7 milioni di euro. Il problema che si pone e che potrebbe determinante lo slittamento è lo smaltimento delle sabbie potenzialmente inquinate.
“Una volta –spiega il dott. Rodolfo Giampieri- ciascun porto aveva una draga con le sabbie che venivano depositate liberamente al largo. Ora però ci sono specifiche disposizioni ambientali che prevedono lo stoccaggio di quelle catalogate C con determinati criteri”. Le soluzioni prospettate sono tre. La prima è quella che vengano portate ad Ancona dove è in fase di realizzazione una vasca di colmata. Poi che potrebbero essere utilizzate in alcune cave in Puglia. In entrambi i casi i costi lieviterebbero a causa del trasporto.
La terza soluzione ipotizzata è la realizzazione di una nuova vasca di colmata a nord del porto di San Benedetto, vicino alla precedente che ha circa 10 anni fa.
“I tempi si allungherebbero non per la realizzazione in sé –spiega il comandante Colarossi- ma per tutte le verifiche ambientali che devono essere svolte a garanzia dell’opera”. La vice presidente Casini sembra propendere per questa ipotesi perché “garantirebbe la possibilità di un lungo periodo di sicurezza del porto e costi più bassi perché le sabbie sarebbero trasportate nella vasca senza problemi di trasporto. Un volta tombata la vasca potrebbe diventare anche uno spazio ad uso della cittadinanza”.
“La questione del dragaggio del porto –dice il sindaco Pasqualino Piunti- è fondamentale sia per la sicurezza sul lavoro dei marittimi sia per quanto riguarda la qualità delle acque di balneazione e delle sabbie della nostra Riviera sotto il profilo prettamente turistico. Bisogna risolvere questo problema perché non è più rinviabile, dando dei tempi certi di realizzazione. Colgo l’occasione per ringraziare l’assessore Olivieri e i consiglieri comunali Ballatore e Del Zompo che seguono con grande attenzione le problematiche del porto”.
All’incontro è intervenuto anche il senatore Giorgio Fede. “Oggi –ha affermato- esistono tecniche di ecodragaggio di cui parlammo già due anni fa in un convegno organizzato a San Benedetto dal Movimento Cinquestelle e che consentono di ridurre notevolmente il volume delle sabbie da smaltire e quindi anche i costi di stoccaggio. La vasca di colmata raccoglie sabbie di risulta e le riporta vicine al mare e non è una soluzione ottimale. Per questo motivo si deve lavorare sull’ innovazione”.
Tecniche che sia il dott. Giampieri che il comandante Colarossi conoscono bene ma che al momento non hanno il riconoscimento ufficiale da parte del Ministero. “Ad oggi non c’è –dicono- ed una volta accettate potremo anche implementarle a San Benedetto”. Il sen. Fede ha garantito che si adopererà per rendere più celere l’azione in tasl senso del Ministero dell’ Ambiente.
L’ultimo dragaggio al Porto di San Benedetto fu effettuato nei mesi di luglio ed agosto del 2017 nel corso del quale furono estratti 25mila metri cubi di sabbia. Di questi 20mila furono portati ad Ancona, il rimanente nella vasca di colmata di San Benedetto. Con lo spostamento subacqueo si toglieranno dal bacino portuale tra i 9 e i 10mila metri cubi. Infine si sta studiando anche la possibilità di trovare una zona antistante San Benedetto dove potere ricollocare le sabbie di tipo A e B. Insomma si stanno studiando tutte le possibili soluzione da mettere in pratica per rendere il porto di San Benedetto agibile e soprattutto più sicuro.