Sanità e Dialogo, al via Medicina senza frontiere per favorire conoscenza, formazione e ricerca

ROMA –  La Sanità è uno strumento di cooperazione che favorisce la conoscenza tra i popoli, le culture e le religioni e il loro avvicinamento: con questa premessa l’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), la Confederazione Internazionale Unione Medica Euro-mediterranea _  UMEM, le Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e il Movimento Internazionale “Uniti per Unire” con le realtà aderenti, hanno siglato un protocollo di intesa con l’Università Unicamillus di Roma, Saint Camillus International University of Health Sciences.
Un accordo che nasce spontaneamente sia dal lungo impegno sostenuto da AMSI, Uniti per Unire ed UMEM  a favore dell’integrazione dei professionisti della Sanità di origine straniera in Italia e della difesa del dialogo interculturale, che dall’attività di formazione e ricerca condotta da UNICAMILLUS attraverso i suoi corsi di Laurea medico-scientifici, aperti a studenti comunitari e non, e disponibili in lingua inglese (Medicina e Chirurgia; Fisioterapia; Ostetrica; Scienze Infermieristiche; Tecniche di Laboratorio Biomedico; Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia).
Nello specifico, tra i principali punti dell’accordo siglato dal prof. Foad Aodi, medico fisiatra, Fondatore di AMSI e UMEM e Presidente di Uniti per Unire, e Gianni Profita, Rettore di UNICAMILLUS: promuovere l’attività congiunta e l’offerta formativa dell’Ateneo nei Paesi Arabi, Africani, Euromediterranei e Sudamericani; incoraggiare la ricerca scientifica sulle patologie più emergenti, anche attraverso insegnamenti innovativi con il coinvolgimento di medici internazionali di Amsi e Uniti per Unire; sostenere la cooperazione internazionale; favorire lo scambio socio-sanitario, i gemellaggi, gli stage e l’uso della telemedicina; progettazione, sviluppo ed erogazione di corsi e conferenze di carattere scientifico per l’aggiornamento professionale.
“È un accordo molto importante che rafforza la nostra missione per la costruzione di ponti di dialogo interculturale e interreligioso tra l’Italia e i nostri Paesi di Origine”, dichiara il prof. Foad Aodi. “In questo modo  – aggiunge – viene valorizzata la medicina come strumento di cooperazione internazionale, di dialogo e conoscenza tra i popoli. Ringraziamo l’Università UNICAMILLUS per la grande sensibilità dimostrataci, e per il suo contributo significativo per la formazione di tanti studenti del mondo. Dagli sportelli AMSI e dalla nostra commissione studenti, abbiamo riscontrato una diminuzione degli studenti non comunitari del 70% negli ultimi 5 anni, a causa dei restrittivi esami di ammissione all’Università e per il carovita in Italia; al contrario, negli anni ’70-’80-’90,  l’Italia era la meta di studio preferita dagli studenti provenienti dai Paesi Arabi, Africani e Sudamericani e lo dimostrano gli attuali 62.000 professionisti della Sanità che lavorano oggi nel nostro Paese. Ci auguriamo quindi di poter riportare in Italia tanti studenti stranieri e di favorire la formazione e la ricerca medica grazie a questa prestigiosa collaborazione.”
Da parte Sua, il Rettore Gianni Profita aggiunge: “UNICAMILLUS ha anche l’ambiziosa missione di portare la sanità al centro del dialogo tra le Nazioni. In questo senso appare simbiotica la sua attività accademica con quella estremamente meritoria dei membri di AMSI, UMEM e di Uniti per Unire. La salute non ha colore politico e ancora meno colore della pelle. E’ un valore assoluto per il quale il Nord e il Sud del mondo devono impegnarsi senza sosta. Gli studenti dell’Università proveranno da molti Paesi del pianeta che spesso sono in guerra tra loro. Non vediamo l’ora di vederli seduti gomito a gomito intenti a prendere appunti di chimica e anatomia.
Saranno gli stessi che tra pochi anni dialogheranno anche per costruire migliori relazioni. E ci piace pensare che lo faranno nella lingua italiana che inevitabilmente impareranno nelle aule del nostro Ateneo di Roma di via  di Sant’Alessandro. L’accordo firmato insieme al Prof. Aodi non solo era per l’Università ineludibile, ma direi quasi che fosse inevitabile.”

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