
SAN BENEDETTO – Ancora disagi per chi deve percorrrere il tratto dell’ A14 San Benedetto-Pedaso. Ben due gli incidenti stradali verificatisi questa mattina in entrambi i sensi di marcia. Code chilometriche che hanno messo a dura prova la resistenza degli automobilisti.
Ma quando non si verificano questi pericolosi contrattempi ci sono i continui lavori determinano file incredibili che mettono a dura prova gli automobilisti che per ragioni di lavoro debbono percorrere l’arteria. Situazione che è peggiorata dopo l’incendio in galleria a Grottammare dello scors mese di agosto.
«La situazione è insostenibile -dice il consigliere regionale Fabio Urbinati- anche considerando che il tratto di strada sarà sempre più congestionato andando verso il clou dell’estate. Chiedo un intervento urgente dei parlamentari marchigiani di maggioranza, molti dei quali appartenenti allo stesso partito del ministro delle Infrastrutture.
Il percorso tra i due caselli è da sempre a rischio rallentamenti e code a causa delle numerose gallerie presenti, poi la situazione è precipitata dopo il terribile incendio nella galleria di Grottammare lo scorso agosto. Ma è passato praticamente un anno ed ancora non si riesce a ripristinare le normali condizioni di viabilità di un’arteria stradale fondamentale per collegare il sud ed il nord della regione per non dire dell’Italia. Le conseguenze sono pesantissime anche per il traffico sulla strada statale 16. Mi chiedocosa intenda fare società Autostrade anche per affrontare il carico di traffico atteso per l’estate sull’asse nord/sud dell’A14 Adriatica».
Urbinati poi si sofferma sulla situazione infrastrutturale generale delle Marche. «In queste circostanze -sottolinea il capogruppo del Pd in Regione- emerge con evidenza l’arretratezza della rete infrastrutturale del sud delle Marche, frutto di politiche degli anni ’80 e ’90 che hanno avuto conseguenze catastrofiche sul territorio. Da un lato si è diviso in due un territorio già problematico come quello del Piceno e del Fermano senza riuscire a dare un valido futuro infrastrutturale all’area. Questo anche per seguire le posizioni di “pseudo comitati del no” molto di voga in quegli anni, e tornati di moda di recente, che si sono poi dissolti nel tempo lasciando sul terreno nessuna soluzione e ‘ingigantirsi dei problemi».