
Il teatro e il suo doppio di Antonin Artaud è una lettura che irrompe nel panorama teatrale con la forza di un fulmine. Non si tratta di un semplice saggio: è una dichiarazione di guerra contro ogni forma di teatro borghese, convenzionale, sterile. Artaud ci offre una visione del teatro come un’esperienza spirituale, un rito che deve liberare l’uomo dalle sue catene razionali, un ritorno a una forma primitiva e purificatrice.
In questo libro, Artaud non si limita a fare teoria, ma ci invita a una vera e propria rivoluzione. La sua critica al teatro tradizionale è senza sconto: il palcoscenico non deve essere un luogo di simulazione, ma di vera rivelazione, dove l’attore diventa medium di forze misteriose e l’intero evento teatrale si trasforma in un’esperienza catartica per l’anima dello spettatore. La parola, per lui, non è più la protagonista, ma solo un mezzo per accedere a dimensioni più profonde e inaccessibili.
Quello che colpisce in Il teatro e il suo doppio è l’approccio viscerale e quasi sciamanico che Artaud applica alla sua arte. Il suo linguaggio è crudo, brutale, ed è proprio in questo aspetto che risiede la sua potenza. Non c’è spazio per l’intellettualismo sterile o per la forma estetica fine a se stessa: il teatro deve scuotere, spiazzare, trasformare.
Artaud ci parla di un teatro che nasce dalla sofferenza, che deve mettere in scena il conflitto interiore e l’oscurità dell’animo umano. In questo processo, l’attore è tanto un creatore quanto un distruttore, capace di svelare l’essenza profonda della condizione umana, senza paura del confronto con la sua parte più oscura.
Il teatro, secondo Artaud, non è un luogo di svago, ma di profonda riflessione e di messa in discussione. È un’esperienza che deve scuotere le fondamenta stesse della nostra percezione del mondo. Un invito a un teatro che non si limita a imitare la vita, ma che diventa vita stessa, pulsante e incontrollabile.
Un testo che ogni attore, regista e amante del teatro dovrebbe leggere e interiorizzare, per riscoprire l’essenza più cruda e potente dell’arte scenica. Artaud ha lasciato un’eredità unica, una lezione che non può essere ignorata. Se siete pronti a mettere in discussione il vostro modo di vedere e vivere il teatro, non c’è lettura più stimolante e urgente di questa.
Marco Trionfante