Lutto nel mondo del rugby. Addio alla leggenda neozelandese Jonah Lomu

SAN BENEDETTO – Si è spento questa notte a soli 40 anni Jonah Lomu, il più grande rugbista di sempre, da tempo sofferente di una rara e grave forma di sindrome nefrosica. Lascia la moglie Nadene e due figli Brayley di 6 anni e Dhyreille di 5. Era reduce da un viaggio a Dubai con tutta la famiglia e le sue condizioni erano apparentemente buone. Ma nelle ultime ore un drastico calo delle proteine nel sangue avrebbe portato ad un nuovo ed irrimediabile blocco  renale. Un metro e 96 centimetri di altezza per 118 chili di peso, uniti ad una velocità da centometrista. Il numero 11 con la maglia degli All Blacks ha segnato 37 mete in 73 partite.

Una potenza fisica impressionante, spazzava via gli avversari come fuscelli, praticamente immarcabile quando era lanciato in velocità. La storia di Jonah Lomu è iniziata durante i mondiali di rugby del 1995 in Sudafrica, quando quel ragazzo ventenne, originario dell’ isola di Tonga, aveva realizzato ben 15 mete, primato uguagliato dal connazionale Brian Habana, nell’edizione conclusasi  il mese scorso in Inghilterra. Un anno prima, proveniente dalla contea di Manuaku, era stato il più giovane esordiente con la Nuova Zelanda.

La consacrazione arrivò durante la Coppa del Mondo inglese del 1999. Le sue azioni e le mete hanno ancora tantissime  visualizzazioni sul web. In patria ha giocato con le maglie di Auckland Blues, Chiefs e Hurricanes, mentre nel 2005 ecco l’esperienza in Europa con il club gallese del Cardiff Blues. Da segnalare anche una breve esperienza tra i dilettanti del Marsiglia in Francia. Il mondo del rugby piange la scomparsa di Lomu e si stringe intorno alla sua famiglia in questo momento di grandissimo dolore con tantissimi messaggi sul web. Ciao Jonah.

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