Lettere al Direttore / Recovery Found, quella diffidenza sull’ Italia che bisogna vincere

di Tonino Armata (presidente onorario Città dei Bambini)

SAN BENEDETTO – Egregio direttore,

l’Unione europea ha potenzialità maggiori degli Stati Uniti sia per gli aspetti economici e geopolitici. Di questo gli Usa sono consapevoli e hanno numerose strategie per impedire una completa integrazione europea. Per esempio, promuovere l’entrata dell’Inghilterra con un ruolo destabilizzante.

Dopo la Brexit il ruolo è stato preso dall’Olanda — che è per molte ragioni storico/economiche la testa di ponte dell’Inghilterra in Europa. Situazione poco conosciuta in Italia, mentre le affermazioni precedenti sono condivise dalla maggior parte degli esperti. D’altra parte, tutti conoscono il ruolo privilegiato che ha l’Olanda (con un regime da “paradiso fiscale”) per facilitare la vendita di molta tecnologia Usa in Europa. Il ruolo dell’Olanda in questa crisi è di rallentare la ripresa dell’Ue. Quale migliore occasione di un eventuale affossamento del Recovery Fund?

È possibile che nella discussione accanita, sui fondi da destinare all’emergenza, l’Olanda si sia assunta il ruolo di guastatore tirandosi dietro l’Austria — che non chiedeva altro — Svezia, Danimarca (qualcuno ha creato l’acronimo Sado). In altre parole, gli ordinati e sobri Paesi del nord (così andrebbe tradotto l’aggettivo frugal), contro i più spensierati Paesi del sud, con il loro chiasso, le mafie, il disordine, le mani bucate.

Questa era per dir così la posizione delle pedine all’inizio della partita. Poi abbiamo via via capito che la situazione è più complessa e, per quanto riguarda l’implacabile leader olandese Mark Rutte, il suo atteggiamento si spiegava anche con seri problemi di politica interna. L’Italia si è presentata a quei tavoli nelle condizioni peggiori perché non aveva presentato un preciso progetto di spesa sui fondi che andava a chiedere (prestito o sussidio).

Il testo del Pnr (Piano nazionale di riforma) approvato in Consiglio dei ministri era così generico da indispettire immediatamente i Paesi frugali o sobri che dir si voglia. Peggio: da alimentare i peggiori sospetti verso un Paese che ha un debito pubblico mostruoso e in aumento, un’evasione fiscale record, che senza l’aiuto europeo sarebbe tecnicamente fallito, e che nonostante questo si è concesso il lusso di Quota 100 per le pensioni.

Ciò non toglie che l’atteggiamento del premier olandese sia stato molto sgradevole, tanto più che l’Olanda rasenta commercialmente il comportamento di un paradiso fiscale, quindi dovrebbe, qui sì, dare prova di maggiore “sobrietà”. A voler giudicare globalmente le cose però non si può nemmeno sottovalutare che la diffidenza nei confronti dell’Italia è in parte giustificata. Al di là delle Alpi è diffusa l’opinione che nel nostro Paese il ricorso al debito sia ormai diventato il sostitutivo del mancato recupero dell’evasione fiscale sul quale nessuno può o — più probabilmente — vuole intervenire.

Prima ancora di aprire bocca, il presidente Giuseppe Conte ha dovuto rimontare questa serie di handicap. Credo di poter dire che il suo comportamento è stato lodevole. Poi vedremo quali conseguenze avranno sul futuro dell’Europa i feroci giorni di Bruxelles. Quanto a noi, diciamo che poteva andare peggio.

P.S. L’Olanda è spudoratamente, da 25 anni, un “paradiso fiscale” e, in questo lasso di tempo, ha “incamerato” risorse finanziarie altrimenti destinate al “portafoglio” di altri Stati, Italia compresa. Così è facile tenere in ordine i propri bilanci e criticare i Paesi in difficoltà.

Il sorridente Rutte faccia un esame di coscienza a nome del suo Stato: non si può aspirare al diritto di veto quando fa comodo (solidarietà” tra i Paesi Ue) e trincerarsi dietro la “necessaria unanimità” quando si tratta di dare un taglio a certa indecente politica fiscale.

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